Tanti pensieri e poco tempo per scrivere. Certi periodi sono così e ce li prendiamo come vengono!
Ma ci son cose per cui il tempo bisogna trovarlo; cose che devono essere scritte perché non sfuggano mai alla memoria.
La bambolotta che dice il suo nome.
Un nome facile facile, che sicuramente sa dire da tanto tempo, ma che si è sempre rifiutata di pronunciare, con quell'espressione imbronciata che fa presagire nuvole scure e nessun ombra di sole.
Forse perché non si voleva "distinguere" da mamma, papà o nonna...si sentiva tutt'uno con i suoi affetti più cari.
"Bambolotta! Come mi chiamo io?"
"Mamma"
"E tu?"
"Mamma!"
"Nooo, io sono mamma! Tu sei..."
"Papà!"
"Furbetta! Rispondi...come ti chiami?"
"Nonna!" e giù grosse risate...ma ad insistere si poteva scatenare la sua rabbia.
Al massimo rispondeva
"patata"!
Ora, finalmente, lo dice! Dice il suo nome...se è di scena...
Vuol dire che cresce e che è contenta di crescere, di aver bisogno sempre meno della sua mamma.
Questo è anche il periodo degli abbracci: mentre la preparo per il nido o per la nanna. Mi interrompe continuamente per stringermi le braccia al collo, appoggiando la sua tonda guanciotta contro la mia. Ed io perdo la nozione del tempo, mi dimentico del lavoro, di tutto...resterei così appiccicata per sempre!
E poi le chiacchiere senza senso, nella sua lingua ancora così incomprensibile! Vuole che l'ascolti, con attenzione: lei racconta, racconta, racconta. Forse mi parla delle ore passate lontano da me o dei sogni che ha fatto. Io resto lì, incantata.
Spesso il Fatalista ed io ci interroghiamo su come sarà il nostro amore per lei quando crescerà: lui ritiene che questo nostro attaccamento si smorzerà pian piano "perché ora è così piccina ed indifesa"...io penso al mio amore che cresce con lei e me la rido; vedo il marito parlare con le foto della bambolotta dopo pochi minuti che l'abbiamo messa a nanna e mi scompiscio!
Penso che saremo sempre più innamorati di lei, giorno dopo giorno.
Che ci preoccuperemo sempre più.
Che ci sentiremo sempre più responsabili.
Che non vorremo mai lasciarla.
Stamattina guardavo la nostra immagine riflessa in un vetro: una mamma ed una figlioletta mano nella mano.
Non può essere...non può essere mia...come ho fatto?!
Non so se mi passerà mai questa incredulità, la sensazione che sia tutto un sogno meraviglioso.
Di certo tutti gli altri pensieri, per quanto brutti siano, passano in secondo piano.