Tickers mammole.it
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giovedì 19 maggio 2016

Te lo avevo detto...

Ieri sera:
"Marito ricordati che domattina dovrai accompagnare tu la bambolotta all'asilo"
"E perché?"
"Come perché?! Io devo andare in ospedale a fare il bi test!"
"Ma non era la prossima settimana?"
"Certo che no! È domani!"
Stamattina sono partita alle 7.30. Ero la prima ai prelievi:
"Signora...si accomodi...nome, cognome, data di nascita, data delle ultime mestruazioni"
Alla mia ultima risposta l'infermiera esclama:
"Ma è troppo presto! Signora lei è solo a 9+2! È sicura che la ginecologa le abbia indicato oggi come il giorno giusto?!"
"Non so...forse ho capito male..."
"Torni giovedì prossimo che è meglio"

venerdì 13 maggio 2016

Scatole vuote

Il 29 Aprile è stato il mio ultimo giorno di lavoro.
Della mia maternità avevo già informato i responsabili in via informale un paio di settimane prima, appena fatto il test; sapevo che ci sarebbe stata la possibilità di dovermi mettere a riposo e volevo permettere a tutti di organizzarsi per tempo...inutile nonostante i miei continui solleciti!
Alla fine ho fatto un passaggio di consegne via mail, indirizzato a tutti e nessuno: non potevo aspettare oltre, il mio certificato di maternità anticipata era già in vigore da un paio di giorni...
Indifferenza, incoscienza, menefreghismo?
Non lo so, forse si tratta solo di poca esperienza e poca conoscenza del lavoro.
La strategia aziendale degli ultimi mesi ha previsto lo sfruttamento di giovani inesperti e sottopagati, piazzati in posti dirigenziali. Se da un lato possono sfoggiare un titolo, dall'altro non ne patiscono affatto il senso di responsabilità. Ci sta tutto. Perché mai dovrebbero senza un corretto riscontro economico?!
E perché io avrei dovuto tardare oltre mettendo a rischio la mia gravidanza?
Ho lasciato con l'amaro in bocca ed un senso fastidioso d'incompiuto.
Da allora sono passate due settimane e non sono mai stata contattata per alcun motivo: sono certa che nessuno si stia occupando ancora delle mie commesse.
Ma sono cresciuta: l'azienda non è la mia, io non sono che un numero.
Ho avuto il sentore che le cose per me stessero cambiando quando stavo per preparare la mia roba, i miei appunti, i miei faldoni...tutto quello che avrebbe potuto tornarmi utile al rientro...
A che serve?! Quando e se tornerò mi costringeranno a cominciare ancora una volta da capo, dall'ultimo gradino, come è accaduto dopo la prima maternità...
Non ho portato via niente stavolta.
Neanche la preoccupazione di quello che troverò al mio ritorno.

giovedì 12 maggio 2016

Ecoconcerto

C'è, sta bene e cresce.
Sono appena entrata nella nona settimana ed il bimbo misura circa un paio di centimetri.
Come programmato, stavolta la bambolotta ci ha accompagnati per la seconda ecografia di controllo: un disastro!
La sua attenzione verso l'ecografia è durata giusto un attimo, quello che ha impiegato a capire che non c'era granché da vedere...l'immagine confusa in bianco e nero mal si accordava con l'idea di "bimbo" che aveva in testa: il disinteresse ha preso il sopravvento e la sua attenzione si è concentrata nel tentativo di distruggere lo studio della Gineserafica.
Credo che il colmo lo abbiamo toccato quando, mentre io tentavo di parlare con la dottoressa, il Fatalista cercava di arginare l'esuberanza della monellissima che aveva scoperto un bongo in un angolo: inizialmente scambiato per uno sgabello, ne ha presto compreso il giusto utilizzo cominciando un vero e proprio concerto alla Bob Marley!!!
Meno male che la Gineserafica non ha fatto una piega!
Ma non credo che ripeteremo l'esperienza a breve...

martedì 10 maggio 2016

Quanto sole

"Bambolotta, stasera vuoi venire con mamma e papà dalla dottoressa a vedere il bimbo nella pancia?"
Mi guarda in silenzio, dubbiosa. Poi dà fiato ai pensieri:
"Sì...ma...la dottoressa ti deve tagliare la pancia per vedere il bimbo?"
"Nooo! Non c'è bisogno di tagliare la pancia per vedere il bimbo: la dottoressa ha un apparecchio che si appoggia qui e ce lo fa vedere in un monitor, come quello del computer."
"Un apparecchio?"
"Sì, come una macchinetta...si chiama ecografo. La dottoressa farà una ecografia."
"Ecrogafor? E il bimbo avrà paura?"
"E-co-gra-fo. No, il bimbo non si accorgerà di niente."
"Ecrogafor. Mamma, alza la maglia...ciao bimbo! Vedi quanto sole c'è oggi?!"

martedì 3 maggio 2016

Malanni e nausee

La settimana che è seguita alla prima ecografia mi ha vista impegnata a sopravvivere alle nausee (finalmente! da folle quale sono le aspettavo con ansia) ed ai malanni della bambolotta.
Infatti la piccina ha avuto un' escalation da record: febbre, tosse, raffreddore, otite, vomito.
Direi che in sette giorni ha patito quello che non ha preso per tutto l'inverno!
Infatti ci siamo arresi all'antibiotico ed ora sembra star meglio. Speriamo sia finita qua.
Da ieri sono a casa, ufficialmente in maternità anticipata.
Ma credo che ci metterò un po' a capire che non ho più bisogno di correre da mattino a sera...

Tutto cuore

Esattamente una settimana fa (cavolo! come passa in fretta il tempo quando hai una bambina malaticcia per casa...), martedì scorso, ore 20.00: appuntamento dalla ginecologa per la prima ecografia.
Il Fatalista aveva già espresso il desiderio che venisse con noi anche la bambolotta:
"Anche lei deve condividere con noi questi momenti..."
"Io starei più tranquilla se avessi il risultato del secondo prelievo: vorrei vedere prima come crescono le beta. Voglio dire: è inutile portarcela dietro se poi non c'è niente da vedere!"
Così, martedì mattina ho fatto il prelievo e verso l'ora di pranzo abbiamo avuto i risultati: le beta sono passate da circa 1.300 ad oltre 16.000 unità in otto giorni.
"Ok! La bambolotta stasera viene con noi!"...ma purtroppo, al risveglio dal sonnellino pomeridiano, la bambina scottava dalla febbre: ho chiesto a nonnomarziano di stare con lei per permetterci di andare all'appuntamento.
E' stato difficile.
Difficile entrare in quello studio, sedermi a quella sedia, stendermi su quel lettino...guardare quello stesso monitor che mi aveva mostrato una camera vuota la scorsa volta.
Inondata dal panico non ascoltavo la Gineserafica che mi tranquillizzava: la camera è in utero, c'è il sacco vitellino, c'è l'embrione...
Una Fortunata disperata ha esclamato: "Dottoressa, ma a quest'ora non ci doveva essere già il battito cardiaco?!". Non vedevo niente: quell'embrione che lei mi indicava io non riuscivo a vederlo. Mi sembrava una camera vuota. Di nuovo.
La Gineserafica ha capito di aver di fronte una donna irragionevole ed ormai dominata dal panico:
"Facciamo così: sto per prendere servizio in ospedale, farò la notte. Con un'eco transvaginale possiamo vedere meglio; raggiungetemi lì e rifacciamo l'ecografia, così si tranquillizza".
In un altro ambiente l'ho visto subito, forse prima della stessa ginecologa.
Eccolo lì. Il cuoricino che batte. Così piccolo da essere quasi solo un cuore.
Il nostro bambino tutto cuore.