Tickers mammole.it
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martedì 16 gennaio 2018

Tante cose

A due mesi esatti dall'ultimo post le cose da raccontare sarebbero una infinità. Non so neanche da dove iniziare...ci provo ma ovviamente non sarà come aver scritto le decine e decine di post che mi salivano al cervello nel cuore della notte o nei momenti topici.
Dopo pochi istanti dalla pubblicazione dell'ultimo post è arrivata la telefonata di C., la caposala:
"Fortunata, ti comunico che i tuoi medicinali sono arrivati...anche se non è prassi...visto che rompi sempre che vuoi fare la chemio, che ne diresti di iniziarla subito e farla di pomeriggio? Te la senti? Se te la senti faccio uno strappo alla regola e ti metto in programma..."
"Davvero?! Aspetta, sto arrivandooooo! Non te ne andare, corro!"
"Dove corri?! Stai buona, non correre che io aspetto. Tranquilla per favore! Vai piano!"
Ero dolorante per i tentativi di port e picc non riusciti, piena di medicazioni, non potevo alzare il braccio sinistro, i miei genitori erano a casa per aiutare a lavarmi a fare qualche servizio urgente...ho mollato tutto, mandato un messaggio veloce al marito, e mi sono fatta accompagnare in ospedale.
Non avevo idea che la terapia durasse tante ore, dalle sei alle sette nel mio caso; sono tornata a casa in serata.
La prima è stata dura. Non sapevo di poter contrastare gli effetti collaterale con altri medicinali, avevo timore a prendere qualsiasi cosa...ma ho imparato presto.
Ne ho fatte tre finora, una ogni ventuno giorni, ed ogni volta va meglio e non peggio come mi avevano preannunciato.
Non mi sono messa a letto neanche un'ora, ho continuato a fare quello che ho sempre fatto: più affaticata, con lentezza, con l'aiuto dei miei cari; in modo diverso la mia vita è andata avanti senza grandi intoppi.
Il catetere provvisorio non ha funzionato a lungo, neanche per la prima chemio: ho subito altri tentativi di picc a destra ed alla fine ce l'hanno fatta. Ma non ero soddisfatta perché sapevo che con tutte le terapie che dovrò fare non era la soluzione ideale.
Così ora ho il mio bel port da esibire...non proprio perché ho ancora i punti, me l'hanno messo tre giorni fa (grazie al Fatalista che ha trovato un tipo super in gamba che li impianta, in un altro paese). Un'altra odissea infinita, inutile proprio raccontarlo!
Dopo le prime tre chemio mi sono toccati i controlli, la parte più difficile perché ti giochi tutto: psicologicamente ed emotivamente è devastante sia affrontare i minuti nella TAC, nella risonanza, ecc. che le ore e i giorni nell'attesa dei referti.
Le notizie sono state buone, per fortuna! Rispondo alla terapia, le metastasi ossee e al fegato sono in remissione! Al cervello, invece, sembra tutto invariato: ho inviato ieri una mail al professore che mi ha trattato con la radioterapia stereotassica per capirci qualcosa di più, ma l'oncologo non mi è sembrato preoccupato; aveva un  bel sorriso stampato che non gli ho mai visto (gli oncologi sono sempre cupi, come se il tumore l'avessero loro...ogni tanto fatevela una risata, su!)
E poi...poi ho perso i capelli due giorni prima del primo compleanno di Sorellina...che non ho mai pianto così tanto neanche all'inizio di questa brutta storia: volevo dare alla mia bambina delle foto ricordo con una mamma ancora bella, dall'aspetto normale e non malato; non è stato possibile e ancora ci soffro al pensiero. Per lei, non per me. Anche perché non sono il tipo da vergognarmi del mio aspetto, non uso neanche la parrucca: se ho caldo resto col cranio pelato da fuori, senza problema alcuno.
Oltre al primo compleanno di Sorellina ci sono stati anche quello del Fatalista ed il mio...ed il compleanno del nostro matrimonio: un anniversario particolare per me che ho capito tante cose sul marito speciale che mi sono scelta inconsapevolmente.
Poi ci sono stati gli affetti: la famiglia, i cugini, gli amici, i conoscenti, le lettrici del blog, le altre blogger...e persino il personale del reparto; mi sono sempre sentita coccolata, amata e protetta.
Ma mamma e papà sopra di tutti (che a chiamarli genitori non si rende l'idea che a quarantadue anni sono più figlia di sempre).
Non ci sono parole, posso solo dire che non ho smesso di ritenermi fortunata.