Tickers mammole.it
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lunedì 8 giugno 2015

Tutto bene

È iniziato tutto appena fuori dalla sala operatoria...
L' anestesista mi ha domandato:
"Signora? Ha tolto reggiseno, anelli e catenine? Niente trucco e smalto? I denti sono tutti suoi?..."
Certo che sono i miei! Perché dovrei avere in bocca i denti di qualcun altro?!
Il cervello si è inceppato: non ho capito che si riferisse ai denti finti, ma non ho risposto per non essere scortese...per fortuna, altrimenti mi avrebbe presa per idiota!
L'operazione è andata bene, nessuna complicazione, dimissioni in giornata.
Mi sono addormentata incinta e risvegliata vuota: niente di che. È prassi, dicono.
Eppure il cervello è rimasto inceppato...
Sembro normale ma non lo sono. Ho la sensazione di vivere la vita di qualcun altro, come se dovessi svegliarmi da un momento all'altro. Non dormo quasi più e quel poco che dormo mi costringo a battere ogni record di incubi nel più breve tempo possibile. Mi colgono mal di testa improvvisi e atroci e repentini sbalzi d'umore. Sono poco tollerante e perdo la pazienza persino al minimo accenno di capriccio della bambolotta...Sono distratta, deconcentrata, demotivata, spenta: ho smesso di piangere ma non riesco ad ingoiare quel fastidioso nodo in gola che mi tortura.
Sono consapevole di essere una donna fortunata perché al peggio non c'è mai fine, quindi stringo i denti e vado avanti, vergognandomi di mostrare il mio affanno. Sono forte nel non mostrare la mia debolezza.
Non ho diritto di lamentarmi: tutti sottolineano che poteva andarmi peggio, davvero non dovrei.
Insomma tutto bene.
A parte che non sto bene. Affatto.

37 commenti:

  1. Certo che hai il diritto di lamentarti... Eccome se lo hai!!!
    In ogni caso ti capisco, so cosa vuol dire addormentarsi mamma e svegliarsi vuota... purtroppo...
    Sfogati con chi ti sta vicino, pretendi comprensione...

    Maira

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    1. Il post era nato con l'intento di tranquillizzare chi si accinge a fare un raschiamento...ne è venuto fuori tutt'altro!

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  2. Un abbraccio! ...per quel che può servire... ma sono d'accordo con Maira "...pretendi comprensione..."

    Ciao.

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    1. Caro Pino, non c'è modo di costringere alla comprensione chi ci è vicino: è questione di punti di vista...e sensibilità.
      Ricambio l'abbraccio

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  3. Mannaggia vorrei abbracciarti forte forte e farti appoggiare sulla mia spalla e stare così tutto il tempo che serve. Non è normale vivere quello che stai vivendo tu, e non è naturale, caspita se puoi lamentarti e hai tutto il diritto di sentirti male, certi momenti se non li vivi, credo non si capiscano e chi abbiamo vicino è sempre allergico al dolore, preferisce non vedere, sminuire o tralasciare. Io credo invece che il dolore debba essere vissuto in pieno, solo così te lo lasci alle spalle e chi hai vicino deve, e dico deve, saperlo accettare e comprendere.

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    1. C'è che davvero credo che ci siano dolori talmente grandi e atroci che quel che sto vivendo io a confronto è una sciocchezza: questa consapevolezza mi impedisce di lasciarmi andare...senza impedirmi di soffrire.

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  4. Il fatto che nel mondo ci siano tante sfortune non ci deve impedire di vivere il nostro dolore. Amica mia, sei una donna forte ma essere forti non significa non soffrire o non dare a vedere il proprio dolore. Io penso che lo si debba affrontare col proprio tempo, cercando il conforto di cui si possa aver bisogno. Ti abbraccio

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    1. Non è ancora tempo per me di affrontare il dolore: c'è ancora tanta rabbia, gesti mancati da perdonare, rinunce e rassegnazione da accettare.
      Mentre cerco di risolvere i tanti nodi dentro di me, mi tengo occupata per non soccombere.
      Un bacio

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  5. <3 ti abbraccio da qui, ma vorrei essere lì.
    per farti buttar fuori tutto quello che hai nel cuore.
    per dirti che ce la farai.
    magari non adesso, non proprio ora.
    ma ce la farai <3

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    1. Se ci credi tu... forse posso crederci anch'io! ;)))
      Grazie per il sostegno, Carla, un grosso abbraccio!

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  6. Cara, grazie di affidarci queste emozioni così profonde!
    Vorrei abbracciarti con le mie braccia e intanto ti abbraccio con le parole, porgendoti virtualmente tutti i fazzoletti di cui hai bisogno per raccogliere tutte le lacrime, anche quelle strozzate.
    Penso anch'io come le altre che il dolore bisogna viverlo in pieno. Stai vivendo uno dei dolori più grandi,quello di un amore interrotto. E' un dolore che merita ogni rispetto e la spiegazione razionale di tutti gli altri "poteva andarti peggio" non mi sembra la più adatta.
    L'amore dei tuoi cari e dei tuoi amici, anche il nostro, sia un balsamo per il tuo cuore.
    Ketty

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    1. Dolcissima Ketty!
      Mi prendo quest'abbraccio che tanto mi è mancato nei giorni e nei momenti precedenti l'operazione. Una mancanza dura da dimenticare...

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  7. Ti seguo da un bel pò anche se non commento ma stavolta mi sento di esprimere il mio pensiero perchè mi spiace sentirti così e penso non ti faccia bene.
    Io direi che è ora di dire basta e ritornare a godere di quello che hai che per molte è già un miracolo che loro non potranno mai avere.
    Ti sei innamorata di un sogno perchè se la camera era vuota non c'era nessuno lì dentro quindi non ti sei addormentata incinta e risvegliata vuota. Sei esattamente come un mese fa.
    Era un sogno bellissimo che ha risvegliato tanti desideri che magari ti eri messa via ma direi che ti sei crogiolata abbastanza in questi pensieri. Tuo marito e la tua piccolina dove li metti? Cancella pure il post se ti sembra duro o dimmene di tutti i colori ma secondo me tutte ste persone che ti vengono dietro non ti fanno del bene, ti mantengono in un limbo che non ti fa andare avanti e lo penso con il cuore.

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    1. La camera era vuota: l'embrione non si è formato o il suo sviluppo si è fermato ad uno stadio in cui era troppo piccolo per essere visto con l'eco? Chissà, non lo sapremo mai.
      La sorpresa, la gioia, i sogni, la speranza, gli ormoni, le nausee, lo stimolo a far pipì continuamente, il seno che esplode...cosa altro vuol dire per te essere incinta?!
      Una gravidanza è maggiormente degna di essere chiamata tale rispetto ad un'altra? Esistono donne più o meno incinte di altre?
      Quello che hai espresso è un concetto a me molto familiare, perché (ahimè!) è quanto spesso sento uscire dalla bocca di mio marito.
      Forse è il tentativo di dare un senso al dolore con una spiegazione che di sensato ha ben poco.
      Io so solo che dopo il raschiamento il mio corpo è cambiato di botto e la mia testa con lui: sangue, niente più nausee o pipì continue, seno improvvisamente svuotato...come pure il cuore.
      Ti devo contraddire: mi sono addormentata incinta e svegliata vuota. E non sarò mai più la stessa di un mese fa, anche se supererò tutto, come è giusto che sia.
      E non mi sto crogiolando nel mio dolore: se mi segui, saprai che scrivo tanto, ma ho smesso di farlo proprio per non pensarci troppo o lamentarmi. Sto reagendo, cerco di farlo come meglio posso: per me stessa ancor prima che per il marito o la figlia, perchè è giusto così.
      Mi sento fortunata per quello che ho e me lo ripeto fino alla nausea.
      La verità è che ciò che davvero ci fa superare il dolore è la speranza, che è proprio ciò che mi manca.
      Senza entrare in dettagli inutili concludo dicendo che cinque giorni non mi sembrano "abbastanza" per voltare pagina.
      Ma se per te lo sono, ti invidio. Sinceramente.
      Non ho l'abitudine di cancellare i commenti: qui ognuno dice la sua, liberamente.
      Ed io, liberamente, continuo a pensare con la mia testa e sentire col mio cuore.

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    2. Comunque ho fatto delle ricerche: l'embrione c'è altrimenti le beta non salgono, semplicemente si ferma ad uno stadio di sviluppo non apprezzabile con l'ecografia.
      Una camera "vuota" non è davvero vuota.
      E non è una gravidanza isterica: è un aborto.
      In quella camera c'era un figlio ed io sono stanca di sentirmi dire il contrario...è davvero crudele, anche se non ve n'è l'intento!

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  8. Fortunata cara, a dispetto di come può pensarla qualcuno, che fosse una biochimica o una plurigemellare credo che a livello psicologico non faccia molta differenza, a questo punto. Almeno, per me non ne avrebbe affatto. È triste che questo lutto non abbia la dignità che invece gli spetterebbe. Forse perché è un lutto molto più forte per la donna che lo deve elaborare, gli altri non ne hanno segni tangibili e non capiscono. Non elaborare un lutto credo sia la cosa peggiore che si possa fare. Quindi cerca di ritagliati i tuoi spazi, il tuo riposo, in un certo senso, perché ti spetta senza ombra di dubbio. E questo non significa assolutamente impantanarsi nella melma dell'autocommiserazione, significa ricaricarsi per potersi rialzare in piedi più forti, perché ti rialzerai. Eccome. Ti abbraccio forte.

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    1. Hai colpito in pieno la questione: assegnare maggiore dignità ad una gravidanza piuttosto che ad un' altra significa anche negare il diritto al dolore.
      Ce la posso fare ;))

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  9. Ciao Fortunata. Sono stata assente dal tuo blog come da altri per un po' di tempo, per problemi personali.
    Torno e leggo cosa è accaduto.
    Mi spiace moltissimo. Io ci sono passata, so bene cosa significhi.
    Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno per riuscire ad andare avanti. E pretendi la giusta comprensione per il tuo dolore. Che ci sta tutto.
    Ti abbraccio fortissimo.

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  10. Stella, e come fai a stare bene? Fisicamente sì ma psicologicamente ci sono ferite chhe guariscono con tantissima lentezza. E sono più dolorose di un taglio.
    Datti e prenditi tutto il tempo che ti serve. E se è il caso chiedi aiuto al tuo medico, che tu possa almeno dormire un po' e un sonno più tranquillo. Non dico dei sonniferi, per carità ma almeno lui/lei che sia se gli parli potrà aiutarti a trovare una strada er stare megio.
    Il dolore non va schiacchiato in fondo alla propria anima. Non va tenuto per sè. Va sfogato per sentirsi poco per volta un pochino meglio.
    Come ti hanno dette altre prima di me, pretendi di poterti sfogare, pretendi comprensione. Non compassione!
    Un bacio grande!

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    1. Vedrò se mi sento di andare al controllo post operatorio senza il Fatalista: potrei chiedere consiglio direttamente alla ginecologa, forse lei saprà aiutarmi in qualche modo...
      Un bacio a te! E grazie di tutto!

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    2. Ecco.. da donna a donna. Parlare, chiedere un consiglio un aiuto.
      Non è mica il caso di prendere farmaci. a volte basta trovare una persona che ti ascolta e ti può dare delle dritte. Che ti può indirizzare verso un pensiero meno nero.
      Coraggio stella! Lo so che è dura però si può fare e ce la farai. Poco per ovlta percorrerai la stada verso una serenità che ora come ora credi di aver perso per sempre.
      Non dimenticherai però affronterai il dolore in maniera diversa.
      Un bacio!

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  11. Ci sono passata pure io, il dopo è un dopo che dura qualche settimana, e qualche volta mi sono ritrovata a contare di quante settimane sarei stata. Però ti assicuro che poi si supera, perchè siamo donne, perchè hai la bambolotta e perchè davvero ci può essere di peggio. Un abbraccio grandissimo

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    1. Grazie, Elena, per aver condiviso con me la tua esperienza: il confronto mi rassicura e mi infonde speranza.
      Ti abbraccio

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  12. Ciao Fortunata, mi intrometto nella discussione tra te e l'anonimo che prima ha detto che se la camera era vuota non c'è mai stato niente.

    Allora... 1987. Resto incinta. Tutto bene! Faccio l'eco e si vede quell'abbozzo di vita che è un embrione. Dimensioni adeguate alle settimane di gestazione.
    A due mesi e mezzo vedo strane perdite di sangue. Pronto soccorso, ecografia, minaccia d'aborto.
    Ecografia: il bambino c'è. Un pelino più piccolo di quello che forse dovrebbe essere però c'è.
    15 giorni di ricovero, due iniezioni al giorno di gestone e la minaccia di aborto rientra. Al sedicesimo giorno mi rifanno l'eco. Camera ovulare vuota!
    Quel piccolino che era cresciuto fino ad un certo punto, poi ha deciso non si sa per quale motivo di regredire. Invece di ingrossarsi si è rimpicciolito fino a scomparire.
    Prima c'era! Ho ancora le eco da qualche parte che mostrano questo puntino che l'ecografista, una ginecologa esperta in eco e bravissima aveva detto che era l'embrione.
    C'era! Al di là di qualunque dubbio.
    Eppure.... eppure ad un certo punto sparisce.
    Mi lasciano alzare e vado in bagno a lavarmi da sola (finalmente) e cosa mi trovo tra le dita? Una membrana. Era un pezzetto della camera ovulare.
    Finito! Siamo morti entrambi in quel momento anche perchè speravamo proprio che l'ultima eco fosse sbagliata.
    Raschiamento e fine della puntata. Lacrime e disperazione e poi a ritentare. Mi avevano detto che alle primipare capita con una percentuale abbastanza alta. Non so! Non mi interessa.
    So con certezza che non c'è adesso. In questo momento. Che la figlia è figlia unica perchè era il terzo tentativo e se fosse andato male anche quello non me la sentivo più di ricominciare. Rischiavo.. rischiavamo il manicomio entrambi.

    Ecco! La mia esperienza personale è questa. Quel bambino che avrebbe dovuto nascere ad un certo punto ha deciso di non farlo. Ha deciso di scomparire nel limbo da dove era venuto. Tutto da solo. Ma c'era eccome!
    E non ci ha mai consolato il fatto che qualcuno ci avesse anche detto che era stata una selezione naturale. Che madre natura aveva deciso così perchè forse l'embrione presentava dei problemi. La certezza non c'è mai stata. Solo parole dette... boh! dette forse per consolarci in un tentativo mal riuscito.

    Basta! Perchè altrimenti mi viene di nuovo il magone... 1987...1988 che annate di me*da!!!!

    Un bacione e un abbraccio Patri

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    1. Che sofferenza! Mi dispiace tanto, Patricia...
      La verità è che tutte le spiegazioni del mondo non te ne fanno fare una ragione.
      Almeno così è stato per te...e per me

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    2. Fortunata... la vita è anche questa!
      Sono insegnamenti di cui faremmo volentieri a meno ma ce li propina come i compiti in classe a tradimento e dobbiamo accettare.
      Poi, farsene una ragione è decisamente un altro conto....
      Bacio!

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  13. Da quello che scrivi io ho capito che qui i dolori che hai sono due.... Uno, evidente, della gravidanza interrotta che riuscirai a superare (ma non dimenticare) col tempo, il secondo più sottile ma molto pungente e destabilizzante: la mancanza di appoggio e di comprensione della persona che ami e che dovrebbe dividere con te gioie e dolori, la mano tesa e la spalla su cui piangere di chi ti è più vicino al mondo, questa credo sia la "perdita" che ti fa soffrire di più, hai perso la fiducia in lui...
    Noi donne siamo forti e affrontiamo ogni cosa, ma quando siamo noi ad essere in mezzo al mare in tempesta vorremmo, e così dovrebbe essere, che la persona al nostro fianco ci sostenga e ci aiuti a rialzarci...

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    1. Forse ci si aspetta troppo da chi è semplicemente "diverso da noi". La maternità e la paternità nascono in momenti differenti: spesso un padre diventa tale quando stringe finalmente suo figlio fra le braccia; l'intera gravidanza può non far testo per un uomo.
      Razionalmente giustifico, con il cuore sto facendo fatica.
      D'altra parte anche io ho peccato nei suoi riguardi, dando per scontato che dal suo punto di vista non ci fosse alcuna sofferenza (sbagliando)...
      Siamo stati pessimi entrambi: questa storia ha tirato fuori il peggio di noi e ne subiremo ancora gli strascichi

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    2. Hai ragione Fortunata. Vogliamo lo stesso bene ai figli ma noi dal primo momento, dall'inizio della gravidanza perchè li sentiamo dentro di noi. Per loro è diverso. Fino a quando non lo vedono nascere e non lo tengono tra le braccia non si rendono pienamente conto dell'affetto che li lega al bèbè.

      Non siete stati pessimi. Siete stati distrutti da una notizia terribile.
      Non fatevene una colpa. L'importante è essersene resi conto e affrontare la situazione in maniera diversa da ora in avanti.
      Siamo tutti esseri umani Fortunata. Tutti prendiamo le nostre cantonate. In certi particolari momenti più ancora che in altri.

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  14. Concordo con mamma disorganizzata.
    Nel momento in cui cui tu hai più bisogno, l'aiuto latita. L'appoggio sul quale sicuramente contavi viene a mancare.
    Rassegnarsi o litigare? Questo è il dilemma...
    Certo però che la coppia è composta da due persone....

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    1. Gli ho espresso il mio punto di vista, lui il suo.
      Ci siamo rinfacciati vicendevolmente mancanze, errori, sproloqui e offese.
      Ho capito che la coppia è una...ma noi saremo sempre due entità distinte e separate, bisogna convincersene e basta.
      Quanto più disprezzo alcuni lati del suo carattere, tanto più mi accorgo di quale sentimento profondo mi lega a lui per continuare a sceglierlo nonostante tutto.

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    2. Non saremo mai uguali uguali!
      Dopo quasi trentun anni di matrimonio noi due manteniamo le nostre idee. Ci confrontiamo. Litighiamo. Cerchiamo di venirci incontro però è anche giusto mantenere la propria individualità.

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  15. Oh cara. Un abbraccio. Perchè non puoi mostrare la tua debolezza? A volte è necessario proprio per superare, si fa per dire, il tutto.

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    1. Paradossalmente non ho la forza di lasciarmi andare...forse per paura di non riuscire più a riprendere il controllo di me stessa...

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  16. Hai tutto il diritto di non stare bene: non è questione di lamentarsi o non riconoscere quello che già si ha, è dolore. E il dolore va conosciuto, toccato, elaborato, prima di poterlo mandare via. Prenditi tutto il tempo e tutti i modi che ti servono senza sensi di colpa <3

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