Tickers mammole.it
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mercoledì 30 aprile 2014

In partenza

Domani si parte. Si riparte.
Le due volte che siamo andati nel nord ospedale abbiamo viaggiato di notte in treno: era la soluzione più comoda per la bambolotta, ci permetteva di sfruttare qualche ora del suo sonno e avere quattro mani libere per tenerla il resto del tempo. La prima volta non avevamo considerato il caratterino della piccola comandante ed abbiamo prenotato due cuccette, una per me e la bambolotta ed una per il Fatalista. Un errore grave, gravissimo. Mia figlia mise subito in chiaro che non avrebbe dormito con altri se non con Matilde, anche perché ha bisogno del suo spazio vitale, di allargare le braccia e dormire in croce. Pertanto passai la notte ai piedi della cuccetta, sveglia, terrorizzata dalla possibilità che cadesse. La seconda volta prendemmo tre cuccette e sfruttai dei cuscini infilati sotto il lenzuolo per proteggerla da eventuali cadute...ricordo ancora la faccia sconvolta del controllore che mi chiese:
"Signora, ma i bambini così piccini viaggiano gratis! Perché mai avete comprato la cuccetta?!"
"Ne parli con mia figlia...magari per la prossima volta la convince a dormire con la mamma!"
Stavolta partiamo in macchina e viaggiamo di giorno. Andiamo a Parma, saranno sette ore di viaggio in tutto, ma ci fermiamo a dormire a Rimini domani sera per ripartire dopodomani. Siamo carichi in una maniera esagerata: quattro borse per la bambolotta ed una per noi, più il passeggino. Non portiamo una bimba, scarrozziamo la regina Elisabetta con la corte al seguito.
Tutto per un solo giorno d'ospedale. Per una biopsia che abbiamo già fatto.
Vabbè, ci pensiamo venerdì.
Ora sarà meglio preoccuparsi di come la bambolotta affronterà il viaggio bloccata sul seggiolino per così tante ore.
Eh! Ma mica un seggiolino come tanti! Il Fatalista ha voluto comprare la Ferrari dei seggiolini... praticamente un trono!
Chissà se Sua Altezza gradirà...

Braccia di passaggio

Stamattina ore cinque:
"Dadadadadà! Buuuuuu... hey! Heyyyyyyyy! Dadadadadà!"
"Shhhhh! Che papà dorme: metti il ciuccio e gioca con Matilde!"
"Heyyyyyyyy! Dadadadadà!"
"Monella! Quando vuoi le paroline vecchie le ricordi...shhhh, dormi!"
"Ghagha, bù!"
"Non hai mal di pancia...vuoi giocare? A quest'ora?! Noooooo! Dormi, ammamma!"
"Heyyyyyyyy! Dadadadadà!"
Accendo una lucina e vedo la sagoma della testolina tonda spuntare dalle sbarre del lettino, faccio giusto in tempo a capire che nonostante il sacco nanna si è girata a pancia in giù e fa leva sulle braccine per inarcare la schiena (e riuscire a guardare al di là del paracolpi) che scompare...e mi colpisce in faccia con Matilde.
Mi affaccio con aria interrogativa:
"Che vuoi? Basta nanna? Vieni qui... ma stai zitta zitta!"
Mi abbraccia felice e mi lecca la guancia sinistra, io mi scanso e mi succhia la guancia destra:
"Bambolotta, ma cos'è questa novità? Non sei mica un cagnolino ammamma...non è che vuoi la tetta?!"
Intenerita le porgo il seno, lei sorride felice, apre la bocca e mi morde quasi a staccarmi il capezzolo!
Trattengo il fiato e le parolacce, chiudo gli occhi e respiro per riprendere la calma.
Lei rotola, raggiunge il Fatalista e, finalmente soddisfatta dichiara le sue intenzioni:
"Papapapapapà!"
Io le chiamo braccia di passaggio. La furbetta fa finta di voler andare in braccio a qualcuno e poi si lancia verso il vero obiettivo. Se, ad esempio, fra lei e l'oggetto del suo desiderio ci sono tre persone non fa altro che buttarsi di braccia in braccia fino a raggiungerlo.
Almeno ha imparato a ringraziare...leccando... ma è già qualcosa.

martedì 29 aprile 2014

Chi si ferma...

Un paio d'ore fa per le scale di casa:
"Ciao Fortunata! Dove vai di corsa con quel borsone?"
"Ciao!...Sto andando in palestra..."
"E non ti bastano il lavoro, la casa e la bambina?!" risponde la tizia ipercritica, fulminandomi con lo sguardo.
Sì, mi bastano e mi avanzano...e tu lo sai perché hai visto il mio viso stravolto, le occhiaie profonde, l'atteggiamento perso di chi va ma non sa bene dove sta andando e perché. Lo sai perché sei casalinga, ma hai due figlie ed un terzo in arrivo. E io mi domando chi me lo fa fare ad affannarmi tanto per aggrapparmi ad un briciolo di normalità in questa vita un po' sconvolta, mentre mi piacerebbe tanto fermarmi e lasciarmi andare; e invece prendo le scale perché se mi fermo in ascensore mi addormento e mi ritrovate domattina come un cartone animato giapponese, russante con la bollicina che mi esce da una narice. E per un attimo le tue parole mi hanno fatto pensare che mi sono imbarcata in una impresa più grande di me...e non mi riferisco alla palestra.
"Chi si ferma è perduto! Ciao, scappo che faccio tardi a Zumba!"

Le maxigiornate

Le maxigiornate iniziano troppo presto e finiscono troppo tardi.
Sono nel bel mezzo di una di quelle: sveglia alle tre di notte; lavaggio intestinale alle sei; lavoro dalle ore otto alle ore quindici; mamma dalle ore quindici alle ore diciassette con allattamento e secondo lavaggio intestinale nel mezzo ; casalinga/mamma dalle ore diciassette alle ore diciannove; buco di un'ora per preparare borsa mia, borsa bambolotta, borsone palestra e varie ed eventuali;  Zumba dalle venti alle ventuno con successiva doccia; poi cena, lavaggio piatti e risistemazione cucina, disfacimento borsone, allattamento; infine di nuovo mamma per tutta la notte con sonno spezzettato di mezz'ora in mezz'ora sperando che domani la bambolotta resista fin verso le cinque prima di urlare a squarciagola rischiando di far venir giù il palazzo.
Quante ore ho menzionato? Troppe per una sola giornata.
Non capisco come mai abbia un cerchio alla testa...

lunedì 28 aprile 2014

Part time - Semi aggiornamenti

Stamattina mi sono fatta coraggio: ho parlato col mio diretto superiore e poi siamo andati insieme dal boss.
Non mi è sembrato contrariato...forse se lo aspettava, non lo so. Il mio superiore mi appoggia e questo è già una gran cosa.
Credo che prima di lasciarmi andare quanto meno mi faranno una proposta, che poi valuterò.
L'unica cosa che mi fa dubitare è che non sono tipi da creare precedenti e ci sono molte donne che hanno appena avuto un bimbo e vorrebbero fare il part time.
Staremo a vedere.

Tira il filo

Sono stata al supermercato a comprare beni di prima necessità sfuggiti alle varie liste calamitate sul frigorifero. Quello sotto casa: il più costoso della città, anzi della provincia. Ero con la bambolotta e minacciava pioggia, non potevo fare altrimenti! La macchina? Diciamo che quando rientro dal lavoro non ho voglia neanche di vederla parcheggiata sotto casa, figuriamoci caricarmici insieme alla bambina contrariata!
Dicevo...ho fatto spese: mi si è riempita una busta di medie dimensioni mentre, con la stessa cifra, al discount avrei riempito il carrello. Ero già contrariata per il cattivo tempo, poi mi sono pure venuti i sensi di colpa per il mio capriccio di non prendere l'auto.
Comunque alla cassa la bambolotta si è accattivata la simpatia del ragazzo con mille sorrisi, quindi con il resto mi è stato regalato un bel palloncino da dare alla bambina.
Poco male, finalmente!
Rientrate a casa l'ho piazzata nel girello per avere il tempo di sistemare la spesa e le ho dato il palloncino che tanto agognava con mille versetti di giubilo.
Ha iniziato a percorrere il corridoio con il regalo fra le due manine paffute, come se stesse portando una reliquia, con delicatezza ed estremo timore di perderlo.
Altro che sistemare la spesa: sono rimasta ad osservarla in disparte ridendomela di gusto, era uno spettacolo assurdo!
Avanti e indietro, avanti e indietro...ops, le è caduto il palloncino e... sciagura! Un pianto esagerato: la disperazione fatta persona.
Non ho indugiato oltre: ho preso dello spago e gliel'ho fissato al girello.
Ogni trenta/quaranta secondi perdeva il palloncino e urlava come un'ossessa.
"Guarda ammamma! Tira il filo ed ecco il palloncinooooooo! Hai visto? Stai tranquilla, tira il filo!"
"Ueeeeeeeeeeee, ueeeeeeeeeeeeee, dadadadadadadaaaaaaaaaaaaaaà!"
"Tira il filo, guarda come si fa!"
"Ueeeeeeeeeeee, ueeeeeeeeeeeeee, dadadadadadadaaaaaaaaaaaaaaà!"
"TIRA IL FILOOOO!!!"
"Ueeeeeeeeeeee, ueeeeeeeeeeeeee, dadadadadadadaaaaaaaaaaaaaaà!"
"A nanna, ammamma!"
Ora dorme: si è stancata molto con il palloncino che sta per finire dritto nella pattumiera.

domenica 27 aprile 2014

Part time

Giovedì sono stata dal commercialista/consulente del lavoro.
Mi ha fatto una bella tirata d'orecchi perché sono in ritardo: devo chiedere il part time e contestualmente (per far capire che faccio sul serio) dare le dimissioni.
Solo che per le dimissioni dovrei dare tre mesi di preavviso e corro il rischio che mi trattengano parte dello stipendio visto che l'allattamento mi scade a metà luglio!
E' che proprio non ce la faccio a mandare la lettera! Vorrei almeno anticipare la cosa in via informale al boss prima di inviare la raccomandata! Ma quello sta sempre a spasso per l'Italia...spero di beccarlo domani, non posso rimandare oltre.
E spero che non mi lasci andare via!
Sono terrorizzata, ma non ho alternativa: le abbiamo pensate tutte, queste sei ore lavorative sono il massimo che possa fare per ora, vista la situazione della bambolotta e l'incognita del futuro sul suo stato di salute.
Incrocio le dita e confido in una botta di fortuna dell'ultimo secondo.

Piove

Stamattina ho visto il sole ed ho fatto un paio di lavatrici; poi il sole ha iniziato ad avere un aspetto anemico; ora ci sono delle nubi insistenti...ho appena guardato il meteo e non c'è dubbio: tra poco pioverà.
E continuerà ancora domani, dopodomani e forse per tutto il resto della settimana.
Sono stufa di questo tempo, non fa che piovere.
E se penso che devo portare la bambolotta all'asilo mi viene già l'ansia: dalla macchina all'edificio ci conciamo ogni volta per le feste. In braccio ho lei, la mia borsa da lavoro, il suo zainetto, la busta con il cambio settimanale, copertina e lenzuolino: per poter reggere anche un ombrello dovrei farmi crescere un altro paio di braccia!
Povera piccola! Sono dieci giorni che le gocciola il nasino, fa fatica a respirare e domani ricomincia la settimana lavorativa. Se mi si ammala proprio ora è un bel guaio: venerdì dobbiamo farle la seconda biopsia intestinale.
Che nervi, mammamia!

sabato 26 aprile 2014

L' Amore non si merita

Non c'è mai un motivo per innamorarsi.
Semplicemente accade: il momento giusto, gli ormoni, il caso...è un dono che ricevi inaspettatamente e l'altro non deve fare granché per averti ai suoi piedi.
Se questo fiore non sboccia a nulla servono mille corteggiamenti di principi azzurri.
Non amiamo perché l'altro se lo merita. Certo, se non curi il sentimento che ti nasce nel cuore corri il rischio che col tempo svanisca. E' un po' colpa nostra se ci svegliamo una mattina e scopriamo di non amare più la persona che abbiamo al fianco.
Ma non è colpa nostra se l'altro non ci ama più.
E chi vuole farci credere il contrario sta facendo una furbata.
Infatti si possono amare le persone più stronze sulla faccia della terra e non amare quelle meravigliose.
Non è che se dedichi meno tempo al tuo uomo (o alla tua donna) è autorizzato dire cavolate come "non so se ti amo più, perché tu mi trascuri" o "non ti amo più perché sei cambiata" o "è colpa tua se mi sono innamorato di un altra".
Frasi del genere nascondono (molto male direi) una profonda immaturità. La voglia di scaricare la propria coscienza su quella che non si vuole riconoscere come nostra vittima.
A nessuno piace fare la parte del carnefice, allora si mascherano le proprie malefatte dando la colpa agli altri e credendoci pure! Ci si crea un mondo dove essere protagonisti assoluti, dove nessuno può scalfire le nostre convinzioni.
In queste situazioni bisogna ricordarsi una cosa sola: l'Amore non si merita, ma il rispetto sì.
E se qualcuno non ha rispetto per noi, l'Amore te lo devi mettere in saccoccia.

Amici immaginari

Il Fatalista:
"Mammaaaa?! Mammaaaa?! Guarda cosa sta facendo la bambolotta! Mammaaaa?! Guarda cosa fa la bambolotta! Mammaaaa?!Mammaaaa?! E guarda!"
"Aspe', un attimo! Sto finendo di scrivere una cosa sul blog..."
"Bambolotta, aspetta...abbi pazienza, mamma sta finendo di parlare con i suoi amici immaginari..."

Vite parallele

Pensavo che mi passasse; credevo che fosse una questione di ambientamento, che dovessi riabituarmi alla vita lavorativa; invece no, pare che sia una cosa comune.
Parlo della sensazione di vivere due vite parallele: quella lavorativa e quella familiare.
La prima volta mi sono sentita fulminata.
Ero in azienda e stavo percorrendo il corridoio per andare al bagno. Un percorso che ho fatto centinaia di volte in più rispetto a quello che mi porta nel bagno di casa mia, dove abito da soli tre anni e mezzo. Ero sovrappensiero, intenta a risolvere mentalmente una urgenza lavorativa.
Improvvisamente mi sono sentita come quando ero ancora ragazza: niente marito, niente figlia, solo due genitori a casa che ti aspettano.
Da allora quando sono al lavoro faccio fatica a ricordare che ho famiglia. E quando torno a casa dimentico completamente il lavoro...che forse è ancora più strano per me! Due mondi paralleli che non si incontrano mai nella mia mente, eppure li vivo entrambi quotidianamente.
Dopo la confusione iniziale ho cominciato a vederne i lati positivi.
Riesco a staccare dalle problematiche delle due situazioni ed a prenderne distanza.
Il lavoro non è la cosa più importante della mia vita. A casa mi aspetta una bambolotta adorabile e meravigliosa e non una bambina che non sta bene e non riesco ad aiutare.
Con la famiglia prendo fiato dal lavoro; con il lavoro prendo fiato dalla famiglia.
Prima la chiamavo schizofrenia, ora salvezza.

venerdì 25 aprile 2014

Un' ora sola

Ieri pensavo: domani è festa, sia il Fatalista che io siamo a casa, niente asilo nido per la bambolotta... di sicuro troverò il modo per riposare un po'!
Già stamattina le mie speranze erano parzialmente disilluse: solita notte insonne con sveglia definitiva alle cinque del mattino.
Vabbè, a parte il fatto che ormai convivo con un cerchio fisso alla testa, le occhiaie e una distrazione cronica, sono sopravvissuta per oltre nove mesi a quest'andazzo, posso tirare avanti ancora per un po'.
Un po' indefinito...finchè non risolviamo il problema della bambolotta.
Alla fine quella che soffre di più è lei, dovrei vergognarmi e smettere di lamentarmi.
Ma dentro di me ci spero sempre: sogno una sana dormita di quattro ore o più, nessun intermezzo o sveglie di soprassalto.
Così, arrivata l'ora del riposino quotidiano, ho lasciato i piatti sporchi e mi sono messa a letto; sotto il piumone, sperando di sfruttare la nanna della bambolotta.
Ma mia figlia aveva altri progetti: due ore di mal pancia, con relativi sforzi (totalmente inutili) per fare cacca. In compenso abbiamo lasciato riposare il Fatalista.
Ogni mia residua speranza si è spenta...ma proprio quando ormai stavo alzandomi per chiamare mio marito ed organizzare un lavaggio intestinale ecco che è comparso lui...con estrema dolcezza ha preso la bambolotta e se l'è portata via, chiudendomi la porta.
Ho dormito un'ora sola. Un'ora che mi è sembrata un'eternità. In un'ora ho fatto tutto il sonno che ho perso nell'ultimo mese. Più che dormire sono collassata, svenuta, crollata.
Che goduria, mamma mia!
Stasera esco a far baldoria!!!

Spalmata

La bambolotta ne fa una nuova ogni giorno.
Però ultimamente non sta facendo grossi progressi, anzi! Sembra che ogni cosa nuova imparata le cancelli dalla memoria le cose vecchie...
Ad esempio adesso urla dadadadadà a più non posso tutto il giorno; però non dice più papà, hey!, Babbaua (il nome della cuginetta grande).
Eppure ci provo a rinfrescarle la memoria: niente, è una testa dura fenomenale; se la ride e urla dadadadadà!
Lo stesso vale per il lungo cammino verso i primi passi. E' un mese che rotola, ma di gattonare non ne vuole sapere: si pianta sulla pancia, inarca la schiena sollevando le gambotte, alza le braccia e aspetta che il miracolo dello spostamento avvenga da sé. Pare una gondola...è proprio buffa! Dopo un po' si stanca e piagnucola per essere messa a sedere.
Nei suoi vari rotolamenti (sul letto, sul divano, sul materassino) ha scoperto che può provare piacevoli sensazioni tattili anche attraverso le guance. Così ultimamente si spalma a pancia in giù su qualsiasi superficie, con la faccia di lato, le braccia aperte in croce e le gambe come capitano. Le guanciotte piene, così spalmate, le fanno aprire la bocca a cuoricino e le tappano leggermente il nasino. La ritrovi con lo sguardo assente, intenta a godersi questa nuova sensazione, il respiro affannoso e stranamente immobile, proprio lei che non si ferma mai. Poi gira la faccia dall'altro lato e spalma l'altra guancia.
Ci fa troppo ridere, perché assume una posizione da minimo ingombro, sembra volersi mimetizzare per nascondersi.
Non starà mica facendo l'addestramento nei Marines a nostra insaputa?!

La cova

Stanotte ho ripensato ad un episodio accaduto tanti anni fa.
Ero piccina, forse all'ultimo anno d'asilo. Ricordo che avevamo fatto tanti esperimenti con i legumi e l'ovatta: piantavamo i fagioli nell'ovatta inumidito e aspettavamo che germogliasse.
Ovviamente avevo ripetuto l'esperimento a casa, ottenendo tante delicatissime e minuscole piantine.
Ma non ero soddisfatta. Ero contenta, ma non mi bastava.
Così presi in prestito due uova dal frigorifero senza che la mamma se ne accorgesse: avevo progettato tutto nei minimi dettagli per non farmi scoprire. Avevo una borsetta di paglia con dei fiori colorati ricamati, pensai che le mie uova dovessero respirare, non avrei potuto utilizzare una borsetta di un materiale migliore! E che dovessero stare al caldo quando io ero all'asilo: così riempii la borsetta di ovatta, vi adagiai le uova e appesi la borsetta al termosifone, in un angolo morto della stanza, nascosto da un muro. Nessuno avrebbe scoperto che le stavo covando...
Una volta nati i pulcini mia madre non si sarebbe potuta rifiutare di farmeli tenere, sarebbe stato crudele, li avevo covati io, erano i miei!
Mi ero informata, sapevo che le mie uova ci avrebbero impiegato un mese a schiudersi, ma non sapevo bene quanto fosse un mese...di certo erano tanti giorni.
Così ho curato le mie uova per diverso tempo, senza mai farmi scoprire (ora mi domando se non puzzassero, ma forse si erano lessate con il termosifone acceso...); poi le mie speranze di maternità si sono man mano affievolite.
Non ricordo come sia andata a finire quella cova, se lo abbia mai confessato a mia madre, se mi abbia scoperto e spiegato che non avrebbe funzionato.
Non lo so.
Però so che il mio istinto materno è nato molto, molto presto.

giovedì 24 aprile 2014

Distratta

Oggi non ne faccio una giusta.
La mia giornata da distratta è iniziata appena entrata in ufficio: giusto il tempo di togliermi il giubbotto ed accorgermi di aver indossato la maglia al contrario.
Per la verità non me ne sono accorta io...me l'hanno fatto notare gli altri.
Non va bene cominciare la giornata fra le risatine dei colleghi, uffa!
Inutile raccontare il resto: chi ben incomincia è a metà dell'opera, no?!
E poi sono stanca morta.
Non pensavo che essere distratti costasse tanta fatica: devi porre rimedio alle tue dimenticanze e sprechi energia e tempo preziosi.
Meno male che in palestra eravamo solo in tre stasera, così abbiamo saltato la lezione e non mi devo stancare ulteriormente. Mi sono risparmiata pure la fatica del senso di colpa, eheheheheh!

mercoledì 23 aprile 2014

Sarà quel che sarà

Ci sono dei meccanismi di coppia che mi lasciano perplessa, che sono lontani dal mio modo di vivere e concepire un rapporto, ma che a quanto pare sono molto diffusi.
Quello che più mi fa paura è il controllo.
E' abitudine comune mettere il naso nelle cose del proprio partner, violarne la privacy come se l'altro fosse solo un oggetto di nostra proprietà.
E così si scoprono password di accesso a FB e posta elettronica, si fruga nelle tasche dei pantaloni, si controllano i telefonini e via dicendo.
Non giudico chi lo fa, ma è la cosa in sé che mi fa inorridire: è che proprio non mi ci vedo a sorvegliare il Fatalista, io che sono quella che gli porge i pantaloni sporchi e gli chiede "controlla cosa hai nelle tasche prima che lo metta in lavatrice".
In fondo al mio cuore ho sempre pensato che questa mia correttezza nascondesse in realtà la paura di non essere pronta a ricevere qualche amara sorpresa. O, peggio, la certezza assoluta dell'altro.
Oggi ho capito che è solo questione d'educazione, il tipico non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.
Tanto le cose losche alla fine si scoprono sempre, ma almeno non perdi il rispetto per te stessa; certi uomini (o donne) ti tradiscono sotto il naso senza farsi mai beccare.
E quando li becchi è perché si stanno prendendo anche il lusso di farsi lasciare.
Fra le mie conoscenze è la seconda volta che capita: hai la certezza che il tuo uomo non ti tradisca perché gli controlli pure le mutande e poi, improvvisamente (quando c'ha già l'altra da un pezzo e per te non prova più niente), lui diventa distratto al punto di metterti le prove del tradimento sotto al naso.
A parte lo schifo per l'uomo in questione (se di uomo si può ancora parlare), che se lo incontro gli lascio volentieri un gomito nello stomaco, vogliamo parlare del fatto che la vittima poi si trova pure dalla parte del torto per violazione della privacy?!
Io non ho la certezza che il Fatalista non mi tradirà mai, come tutte ho paura che possa accadere ...e sono anche molto gelosa. Però non lo controllerò mai. Voglio illudermi che il non avere accesso alle sue cose private mi permetta di essere ancora più attenta: preferisco scrutare lui che il suo telefonino.
Vedere dietro il suo sguardo, ascoltare il battito del suo cuore quando mi è vicino.
Poi sarà quel che sarà.

martedì 22 aprile 2014

Casa dei pioppi

Sono attaccata alle cose ed ai luoghi. Sono come un gatto...o almeno è così che si dice dei gatti.
Con le persone faccio molta più fatica: mi rendo conto che questo lato del mio carattere sia brutto senza possibilità di appello, però è il mio istinto a decidere per me, quindi mi cullo nella mia impossibilità di migliorare.
I miei genitori oggi sono partiti per vendere la casa che era di mia nonna, al paese in cui sono nata.
Sono anni che non ci vado perché da quando è disabitata è uno sfacelo. Le case invecchiano come le persone: hanno bisogno di essere vissute, di sentire le voci di chi le abita, di essere amate...per quanto ti dia da fare per star dietro alla manutenzione, la solitudine le fa crollare prima che tu possa davvero aver apportato qualche miglioria.
La storia della famiglia di mio padre è scritta su quelle mura. Lui sta soffrendo, tutti stiamo soffrendo per questa scelta obbligata.
A quella casa sono legati i ricordi di decine di persone, perché nei giorni di festa era il luogo di ritrovo per tutti: zii, cugini, procugini, amici d'infanzia...
Non voglio vederla prima di perderla per sempre; la ritroverò nella mia nostalgia, in un profumo, in un suono...il suono delle foglie dei pioppi al vento.

Tarzan

La bambolotta sembra Tarzan. Non esagero, anzi...forse a paragone con l'urlo di Tarzan le sue grida sono più moleste. E' assurdo che poco tempo fa scrivessi un post sulla sua sensibilità ai toni di voce eccessivamente alti: neanche un mese di asilo nido e si è trasformata in una urlatrice di professione!
Davvero non me lo spiego: la sua maestra è una ragazza calma e pacata; da chi avrà imparato?! Imiterà gli altri monelli della sua classe, sicuramente!
Il problema è che non ha la cognizione del tempo, pertanto fa un po' come le pare: urla indifferentemente alle tre di notte, alle sei del mattino od alle cinque del pomeriggio. Prima o poi mi ritroverò gli assistenti sociali fuori dalla porta...dopo il capo condomino infuriato, seguito dalla delegazione dei vicini di quartiere.
Urla se è arrabbiata, se vuole qualcosa, se è felice. Sto provando in tutti i modi a mettere un freno alla sua esuberanza, ma sembra non capire le mie occhiatacce, i miei shhhhhhh! di richiamo al silenzio, i miei fermi no, non si fa!
Nella mia missione educativa sono ostacolata dal Fatalista, che incita la figlia a far più rumore possibile per disturbare i vicini molesti che finora hanno disturbato noi...ma si può?!
Vivo in uno stato di confusione totale, mi sembra di essere tornata sotto il regime di nonnamanager.
Stavolta la dittatrice ha solo nove mesi ed una settimana.
Il mio futuro è sempre più incerto con due comandanti in casa e una che mi viene a far visita quotidianamente.

lunedì 21 aprile 2014

Alle pezze

Come si dice da queste parti, siamo alle pezze!
Ieri mattina ci siamo alzati alle tre, stanotte è stato un lamento e pianto continuo.
Insomma una Pasqua e Pasquetta da dimenticare.
Il Fatalista ed io sembriamo due zombie. Ieri eravamo a pranzo da nonnamanager che ha sentenziato:
"Se non risolvete presto i problemi della bambolotta, vi ammalerete pure voi due...non potete andare avanti così!"
Non abbiamo fatto in tempo neanche a pranzare che la piccina ha ricominciato a star male e siamo scappati a casa a fare gli alchimisti per alleviare le pene di nostra figlia.
E domani si torna al lavoro: mi manca la lucidità per sistemare le stoviglie, figuriamoci cosa potrò combinare alla scrivania!
Padre e figlia sono a spasso a distrarsi: io vorrei tanto buttarmi sul letto ma se malauguratamente mi addormentassi potrei non svegliarmi più.
Mi conviene andare a stirare.

sabato 19 aprile 2014

Saggio

Stamattina la bambolotta aveva il saggio in piscina, a conclusione del terzo mese di ambientamento acquatico.
Stanotte non ha dormito, alle cinque del mattino mi sono arresa e rassegnata all'evidenza: non avrebbe combinato nulla in acqua, avrebbe di certo pianto per il sonno, la stanchezza, il mal di pancia. Comunque la piscina non la saltiamo mai perché il movimento l'aiuta almeno ad espellere un po' d'aria.
Dopo aver provato con i lavaggi intestinali ed i clisteri diverse volte al giorno fino a ieri, l'istinto mi ha suggerito di provare a stimolarla meccanicamente, con delicatezza, come quando era neonata. E' stata bravissima: si è sforzata incredibilmente mentre la incitavo e le massaggiavo il pancino dolorante. Finalmente è riuscita a liberarsi!
Siamo rinati, mio marito ha ripreso il sorriso e la sua solita aria baldanzosa.
Già questo sarebbe bastato per trascorrere una Pasqua felice, ma la bambolotta aveva in serbo una sorpresa ancora più grande per noi.
Al saggio ha fatto lo show! Con gli occhi pesti di sonno ed energie che non so dove nasconda ha richiamato l'attenzione di tutti i presenti, sembrava chiedere gli applausi per le sue performances.
Galvanizzata dal pubblico che prima non aveva mai visto, ha nuotato sopra e sotto l'acqua come se fosse un piccolo anfibio, urlando di gioia e schizzando a più non posso.
La medaglia di prassi se l'è proprio meritata.
Io le avrei dato una coppa perché è la mia campionessa di vita e mi insegna a non arrendermi o fermarmi mai.

venerdì 18 aprile 2014

La Siberia

In azienda non funziona il riscaldamento...cioè funziona, ma manca il combustibile.
E' finito il gas nell'unica settimana calda di questa primavera, quindi hanno pensato bene di non rifornirsi. Peccato che poi sia tornato l'inverno: nelle ore più calde della giornata stiamo a malapena raggiungendo i dieci gradi; tra acqua neve e grandine arriviamo negli uffici intirizziti e lividi.
Combattiamo il freddo con gli scaldini elettrici e devo dire che tutto sommato si sta bene.
Finchè non devi fare la pipì. Allora sì che è un problema...nei bagni c'è la Siberia. In quello delle donne in particolare: il vento penetra dagli infissi instabili e ulula sinistramente.
Oggi non potevo trattenerla oltre e ho affidato la mia vita alle colleghe di stanza:
"Ragazze, vado in Siberia... se non mi vedete tornare in un tempo ragionevole venite a scongelarmi..."
Ho guardato i loro volti per rassicurarmi, ma ho realizzato che mi avrebbero lasciato alla mia triste sorte.

Troppo presto

Una quindicina di giorni fa la bambolotta sembrò avere un miglioramento inaspettato per pochi giorni, meno di una settimana. Ne ho parlato in un post, ma abbiamo esultato troppo presto.
Non abbiamo una spiegazione, la sua alimentazione non è cambiata, anche al nido mi hanno dato conferma di essersi attenuti rigorosamente alle mie indicazioni. Probabilmente si era beccata qualche virus intestinale e le coliche erano tanto forti da riuscire a farla evacuare un paio di volte al giorno da sola. In effetti soffriva molto.
Dal preambolo si capisce che siamo ripiombati nella disperazione: è sempre più difficile aiutarla, sono già tre giorni che è intasata e non riusciamo né ad aspirarle la cacca né a fargliela fare.
Abbiamo provato di tutto, i sondini si intasano, lei si arrabbia e si ribella come una furia e la nostra determinazione si è andata a far benedire.
Per fortuna stamattina abbiamo ricevuto la telefonata da Parma: hanno visionato gli esami, secondo loro c'è qualcosa che non va nel clisma opaco e ci hanno fissato l'appuntamento per rifare la biopsia fra due settimane.
Un paio di domande mi frullano per il cervello:
1) come resisteremo altre due settimane... riusciremo a non finire al pronto soccorso prima? Che poi comunque non saprebbero cosa fare per farla evacuare a meno di non aprirle la panza
2) com'è possibile che il referto del clisma opaco a Milano risulti negativo ed a Parma positivo?

Da'

La bambolotta è in una nuova fase: ora dice da'.
Parte così...ti guarda e lo butta lì, con un fare un po' interrogativo ed un po' imperativo: da'?!
Vuole qualcosa, ma non si capisce cosa, quindi la guardi aggrottando le sopracciglia e questo la fa arrabbiare: dadadadadadadadadadadadadadadada'!!!
Vado per tentativi: potrebbe essere un giocattolo, la musica, la merenda, il seno...qualche volta azzecco dopo pochi tentativi, ma il più delle volte scateno la sua ira funesta: dadadadadadadadadadadadadadadada'!!! e apre e chiude i pugnetti più veloce che può.
Il proverbio dice:
'U figl' mut' 'u capisc' 'a mamma sorda.
Il figlio muto viene capito dalla mamma sorda.
Ecco...con me non funziona. Non la capisco al volo come lei vorrebbe.
Il fatto è che da' non sta solo per "dammi".
Con da' ti fa chiaramente capire che vuol dire: "Dai, su! Ma vedi questa rimbambita, proprio lei mi doveva capitare come madre?!"

giovedì 17 aprile 2014

Anarchia

L'altro ieri la minimaestra di Zumba ha fatto un sondaggio: "Chi pensa di venire giovedì a lezione? Siate sincere, che se poi non vi presentate ve la faccio pagare. Se dovete fare i Sepolcri del Giovedì Santo andiamo direttamente a recupero..."
E tutte: "Nooooooo! Veniamooooooo!"
La proprietaria della palestra, diffidente, ha pensato bene di accorpare il corso delle otto e quello delle nove. Nonostante l'accorpamento non arrivavamo ad una decina di ragazze stasera. Come volevasi dimostrare.
L'assetto di guerra prevedeva due istruttrici: la minimaestra e la panzerotta.
Giusto il tempo del riscaldamento, poi è stata anarchia totale.
La minimaestra saltellava come un grillo, la panzerotta arrancava...non si capiva chi dovevamo seguire e le prime risatine sommesse si sono trasformate in battutacce e gestacci riflessi decine di volte dalle pareti a specchio.
Trenini, mani morte, gesti conturbanti...il delirio!
E' stata la prima volta che mi sono divertita in palestra...peccato che ci siamo lasciate con la promessa di dimenticare questa lezione e di non parlarne mai con nessuno...oooops!

Domani è un altro giorno

Non esiste una frustrazione più grande di un figlio che non sta bene.
Tutto smette di funzionare ed alcune giornate sono troppo difficili da vivere: le ore si allungano a dismisura e vorresti solo che arrivasse presto sera, nasconderti sotto il piumone e lasciare il mondo fuori. Solo che nel mio caso la sera e la notte sono tutto tranne che la salvezza...e così vado avanti per forza d'inerzia e cerco di non pensare a domani.
A volte anche l'uomo che ho al fianco smette di essere una roccia e mi sembra di navigare a vista in una tempesta.
Allora...tutto sommato...è una fortuna che io non dorma mai...sono abbastanza intontita per arrivare a domani. E domani è un altro giorno.

mercoledì 16 aprile 2014

E' stato bello

Ho varcato la soglia ed ho avuto la sensazione di aver lasciato l'azienda solo ieri.
Stranissimo. Niente ansia o preoccupazione. Nulla di nulla.
Erano le facce sorprese dei colleghi a ricordarmi il tempo trascorso.
Baci, abbracci e sorrisi. Tanti bentornata!. Quasi tutti sinceramente felici di rivedermi.
Poi sono scesa a salutare quelli a cui tengo di più, quelli che mi hanno insegnato tutto ciò che so.
L'odore dell'officina mi ha stordito, mi sono sentita a casa.
Ho pensato che non m'importava di avere la scrivania in un ufficio sovraffollato e rumoroso, tanto il mio posto è giù; giù dove trovo una parola di conforto e di incoraggiamento; giù dove ci sono quelli che lavorano sul serio e non hanno paura che gli rubi il mestiere; giù dove trovo le soluzioni, dove le persone sono disposte a spiegarmi quello che non so; giù dove mi rimproverano se sbaglio, ma fanno di tutto per rimediare ai miei errori.
Oggi sono stata affettuosamente accolta come collega al primo piano.
Ma in officina hanno fatto festa alla donna che sono ed alla mamma che sono diventata.
E' stato bello.

Declassata

Da quando lavoro per l'azienda in cui sono attualmente assunta ho abitato l'organigramma in ogni dove. Son partita dal basso, l'ho scalato verso l'alto e trasversalmente: a parte le mansioni tipicamente amministrative, posso dire di aver provato ogni ruolo, ogni ramo e mansione.
Ho faticato, sudato e sofferto sino ad arrivare a ruoli dirigenziali. Non che fosse il mio obiettivo, ma è arrivato il riconoscimento e ne sono stata orgogliosa.
Poi mi sono sposata, i vertici si sono allarmati e mi hanno retrocessa di un paio di gradini. Ho fatto giusto in tempo a tornare dal viaggio di nozze che il mio ufficio era stato assegnato ad un altro...un ragazzo senza titoli né esperienza nel settore. Infatti nel giro di pochi mesi hanno chiuso definitivamente quel ramo.
Si saranno pentiti ma non mi potevano rispostare, perché nel frattempo avevo trovato un filone d'oro di cui nessuno si era accorto prima e gli ho fatto fare altri soldi, tanti; anche retrocessa avevo fatto del mio ruolo marginale un nuovo punto di forza per l'azienda.
Sono fatta così: sono una macchina per far fare i soldi agli altri. Io sgobbo... e gli altri fanno i soldi!
Poi ho deciso di fare un figlio. Ho avuto una maternità a rischio (sul serio, non sulla carta) e mi sono assentata prima del previsto. Allo scadere della maternità obbligatoria non sono potuta rientrare per i problemi di salute della bambolotta. Praticamente li ho mollati per un anno e mezzo per causa di forza maggiore; ma, quale sia stato il motivo, per loro non fa differenza.
Oggi ho ripreso il lavoro. Prevedevo una retrocessione. Questo tipo di cose servono anche da deterrente per eventuali ulteriori desideri molesti di maternità.
In realtà, più che retrocedermi mi hanno declassata del tutto.
Si riparte dal primo gradino...il primo dal basso ovviamente ;-)

martedì 15 aprile 2014

Sepolti in casa

Quando ci siamo sposati siamo venuti ad abitare in una casa di proprietà dei miei suoceri: quella dove è cresciuto il Fatalista.
Non avevamo la possibilità di comprarne una tutta nostra o di chiedere un mutuo: i soldini che avevamo da parte li abbiamo impiegati nell'appartamento che ci hanno "prestato" per rifare gli impianti ed i bagni, cambiare le porte e parte del pavimento, mettere tapparelle nuove e zanzariere.
Sapevo che stavo investendo in una casa che non sarebbe mai stata mia, ma se avessimo dovuto pagare l'affitto avrei speso gli stessi soldi nel corso di qualche anno.
E' un bell'appartamento né grande, né piccolo; è in un condominio di medie proporzioni e lo stabile è stato ristrutturato da poco.
Finchè non è arrivata la bambolotta ci stavo bene. Ma poi ho scoperto che ha dei difetti odiosissimi.
Intanto siamo impazziti per trovare un passeggino che entrasse nell'ascensore (praticamente un loculo), salvo poi scoprire che i cinque gradini per raggiungere l'ascensore sono comunque un calvario. Quando finalmente riesci ad entrare in ascensore e raggiungi il piano, per uscire hai a disposizione mezzo metro quadro di pianerottolo per fare manovra e non so come la bambina non sia ancora mai finita giù per le scale...
Le pareti sono fatte di carta di riso, i soffitti in bambù: non abbiamo bisogno di vedere il Grande Fratello, a seconda della stanza in cui ci troviamo possiamo sentire i discorsi di questo o quel vicino. Prima poteva anche essere divertente, ma con una bambina dal sonno complicato niente ti fa andare in bestia più che veder fallire tutti i tuoi tentativi di farla riposare. Il Fatalista ogni tanto perde la pazienza, soprattutto quando è molto tardi la sera, e picchia il soffitto con una scopa: così almeno gli inquilini di sopra capiscono che per noi è ora di nanna e smettono di spostare i mobili.
Ma quello che proprio non sopporto è il garage.
Nel garage non abbiamo un posto auto...abbiamo posto per tutto il quartiere! Ci vanno comode due macchine (e pure un paio di biciclette e una moto), ci sono scaffali lungo tre pareti su quattro e c'è un soppalco con altrettanto spazio e scaffali. Eppure lo odio, non ci vado se non in casi eccezionali. Andare in garage è come varcare la soglia di un'altra dimensione: è puro caos. Un caos dato dall'accumulo compulsivo di tutte le cose più inutili del mondo. Ti senti aggredita dai cumuli di immondizia (perché altro non è se non immondizia) che regna sovrana. Parcheggi la macchina e quando esci devi fare attenzione a non restare impigliata in qualche gancio che pende dalle pareti: perché nonnodivano la roba utilizzabile (ad esempio le biciclette) la appende per far spazio alle cianfrusaglie. Ho visto stipati vecchi contatori e persino una vasca da bagno insieme alla salsa, al vino ed ai salumi sottovuoto.
In un tale caos mio suocero si accorge se sposti uno spillo. E se porti qualcosa da conservare ti fa il terzo grado, perché forse sarebbe meglio se la buttassi ché lui ha bisogno di spazio. Ne ha bisogno poiché gli altri due depositi in suo possesso sono ugualmente stracolmi di roba che potrebbe tornare utile, nonsisamai.
Stamattina ho riposto l'ovetto della bambina e la sua base. Ho cercato i cartoni in garage e li ho ritrovati accartocciati infilati sul soffitto tra le tubazioni: nonnodivano voleva buttarli, io mi sono opposta e lui ha trovato lo stesso il modo di toglierli di mezzo. Ora ho due cartoni enormi che troneggiano nella stanzetta della piccina: come devo fare per spiegare a mio suocero che mi deve lasciare un angolino del garage per riporre le cose della bambolotta che non posso ancora rivendere, buttare o regalare? Tra un po' anche la casa assumerà l'aspetto del garage e verranno quelli di Realtime a girare "Sepolti in casa".
Nonnodivano, ti prego, fallo per la bambolotta...concedici un po' del tuo spazio!

Nove mesi

Domani saranno nove mesi che siamo diventati genitori.
Tanti quanti ne ha impiegati la bambolotta per venire al mondo.
Tutto è cambiato: ci siamo trasformati da coppia in famiglia, i vecchi equilibri si sono spezzati e ne abbiamo creati di nuovi. Ma ci sentiamo sempre in bilico.
Domani la mia vita di prima incontrerà la mia vita attuale e spero che l'incontro non si trasformi in uno scontro catastrofico.
Un altro salto nel buio...è come un altro parto.

lunedì 14 aprile 2014

Fuoco di paglia, cuore di panna


Mia madre mi chiama "fuoco di paglia".
I miei ricordi sono un susseguirsi di forti passioni seguite da forti delusioni: fidanzati, amici, amiche, conoscenti, colleghi. E' un problema caratteriale, mi manca l'equilibrio per avvicinarmi agli altri con la giusta dose di accortezza (per me... ma anche per loro).
Mi è capitato spesso di lasciare indietro qualcuno: ogni tanto inizia un nuovo capitolo della mia vita e mi accorgo che il bilancio di quella conoscenza o amicizia è nettamente in perdita e non ho più voglia di continuare. Se ci tengo davvero. Altrimenti faccio buon viso a cattivo gioco.
Praticamente riesco ad essere accomodante (ma non ipocrita) solo con le persone di cui non ho molta stima, perché non si può cavare il sangue da una rapa; da loro non mi aspetto nulla.
Invece più tengo ad una persona, più la carico di aspettative.
Così il mio fidanzato storico rientrò da un viaggio di due settimane, corse felice ad abbracciarmi e la mia bocca dichiarò (prima che potessi addolcire la pillola) "non ti amo più, puoi tornare dov'eri".
E' il mio modo di sfuggire alla sofferenza, alle recriminazioni ed ai veleni che ne derivano.
Nessuna discussione, nessun appello. Sparisco e basta.
Una come me non si sarebbe mai potuta sposare: troppo complicato starmi dietro.
Solo il Fatalista poteva riuscirci: è entrato nella mia vita di forza, non mi ha mai ascoltato neanche quando il giorno prima del matrimonio continuavo ad urlargli che non l'avrei sposato e mi disperavo fra le lacrime, terrorizzata dal circo che lui aveva messo su per quel giorno; o quando eravamo fidanzati e gli dicevo che non gli avrei fatto conoscere i miei e lui si è presentato a casa mia con una scusa mentre ero al lavoro, ammaliando nonnamanager.
Non ha mai ascoltato le mie parole, gli basta leggermi nell'anima.
Ma di Fatalista ce n'è uno solo, nessun altro potrebbe avere una tale pazienza e determinazione.
Oltre agli allontanamenti volontari, la mia esperienza è costellata da separazioni naturali: a volte alcune persone escono dalla tua vita così, come quando cala il sipario e gli attori escono di scena. Non ti mancano per quello che sono ma per quello che hanno rappresentato in un determinato momento della tua vita.
Fra quelli che ho allontanato e quelli che si son persi da sé c'è un' Amica. Un dono prezioso che ha condiviso la mia vita per diversi anni. Poi ha sposato un cretino e siccome la sua frequentazione non poteva più prescindere da lui (né mi sarei mai permessa di farglielo notare) ho preferito sparire.
Guardo la sua pagina di Fb, le sue foto e mi si stringe il cuore, vorrei abbracciarla, dirle che le voglio ancora bene come ad una sorella, che mi manca. Immagino quale messaggio potrei lasciarle in bacheca o quale foto della bambolotta inviarle (non sa che mi sono sposata e sono mamma).
Ma non ne avrò mai il coraggio e continueremo ad incontrarci nei sogni.

domenica 13 aprile 2014

Libertà

Mentre eravamo in macchina, percorrendo una delle tante vie trivellate, squartate e rappezzate della città, ho notato che la bambolotta si soffermava a guardare dei grossi tubi in cemento.
Si sollevava incuriosita per sbirciare fuori dal finestrino.
Ho pensato: "Ahia! Fa' che l'unica cosa che prenda da me non sia proprio l'inclinazione per il mio mestiere!".
Sospirando ho retoricamente chiesto al Fatalista:
"Chissà cosa farà da grande nostra figlia...magari seguirà le mie orme o le tue..."
"Mia figlia sarà libera di scegliere quello che dico io" ha risposto lui con il solito senso democratico che lo contraddistingue.

Palme

Buona Domenica delle Palme a chi è cattolico e a chi non lo è.



Perché un giorno dedicato alla pace va festeggiato comunque e non importa che sia oggi, domani o sia stato ieri.
Vorrei fare pace con l'Amore, perché con le spine delle sue rose continuo a pungermi.
Vorrei fare pace con quel mondo che non mi piace, ma che è così sgangherato anche per colpa mia, perché in quel mondo ci vivo.
Vorrei fare pace con il tempo che è tiranno e non basta mai.
Vorrei fare pace con me stessa e con la mia vita, con quello che desideravo e non ho potuto ottenere, con quello che non osavo sperare e mi è stato donato. Perché ogni sfortuna mi ha portato una fortuna.
Vorrei far pace con tutto e con tutti... ma spero di non dover mai fare pace con i miei cari.

Auguri

sabato 12 aprile 2014

Probabilità...

Un giorno mio marito si è ritirato a casa, ha mollato una busta sul tavolo ha detto "è colpa mia" e mi ha lasciato in uno stato di confusione totale.
Non capivo a cosa si riferisse: non sapevo che avesse fatto uno spermiogramma; poi ho aperto la busta ed ho capito ancor prima di leggere.
In prima battuta ho pensato ecco spiegati tutti i tentativi falliti!, seguito dal pensiero più ironico che potesse venirmi in mente: quanti soldi buttati via in anticoncezionali!!!
Solo dopo ho realizzato le implicazioni ed ho ricevuto il vero colpo.
A parte gli ultimi mesi, la vita intima con mio marito è trascorsa tra la preoccupazione di restare incinta e quella di non riuscire a restare incinta.
Ora dovrei essere finalmente libera dai pensieri...ma non è così.
Sarà che l'abitudine dà dipendenza al cervello, ma io non ho smesso di registrare il mio ciclo, contare giorni, controllare le perdite, ecc. L'unica cosa che tralascio è la temperatura basale.
Perché?
Perché in questi anni mi sono riempita la testa di storie improbabili, ai limiti dell'inverosimile: donne che riescono a concepire nonostante impossibilità mediche, eventi inspiegabili e miracoli.
Perché la Medicina non è una scienza esatta.
Perché alla fine ne basta uno, un solo spermatozoo. Quello giusto al momento giusto.
Che questa probabilità sia infinitesimale poco importa, una donna sa essere irrazionale quanto basta per farsi del male.
Allora da qualche mese a questa parte la mia testa ragiona più o meno così:
nessun rapporto in periodo fecondo--> mentalmente stabile;
rapporti in periodo fecondo--> schizofrenia;
La mia schizofrenia consiste nello sdoppiamento della volontà: trascorro tutta la fase luteale con le dita incrociate sperando di non essere incinta e quando mi arrivano le mestruazioni quasi piango per la delusione.
Oggi sono nella fase "perdite da impianto": ovvero ho il ciclo, ma non è abbastanza abbondante da togliermi il dubbio.
Ho bisogno di uno psichiatra, lo so.

venerdì 11 aprile 2014

Serenella

Quando accompagno la bambolotta al nido, la maestra mi accoglie con un sorriso smagliante, il viso riposato, il trucco perfetto, i capelli avvolti da una nuvola di profumo di fiori.
Io arrivo intontita, trafelata, spettinata e stamattina anche fradicia per la pioggia.
Un'oretta fa il nostro incontro si è svolto nel seguente modo:
"Ciaaaooooo! Ma quant'è bella la bambolotta stamattina?! Ha dormito stanotte o la metto subito a riposare?"
"Cerca di farla dormire: la notte è passata tranquilla ma si è svegliata prima dell'alba..."
"Non si direbbe che dorme così poco: tua figlia è proprio una paciona, sorride sempre, gioca con tutti...ma lo sai come la chiamiamo qui? Serenella!"
"E' vero, è proprio una brava bambina!"
"Devi vedere quando la viene a prendere il padre che feste gli fa!"
"Lo so, sono molto legati l'uno all'altra: pensa che se lui rientra quando la sto allattando lascia addirittura il seno per andare da lui!"
"Vuol dire che è un bravo papà!...Madò!...Quante ne combiniamo insieme io e tuo marito!?"
"Eh?!" pardon, vuoi ripetere? forse ho capito male...
"Ogni giorno ne combiniamo una nuova..." bagascia!"...una volta la bavetta, ora il cappello, ora Matilde: sbagliamo sempre qualcosa!" ah, ecco...avevo frainteso
"Non ti preoccupare: hai tanti bambini a cui pensare, dovrà imparare lui ad essere più attento"
tu, piuttosto, cerca di fare attenzione a come ti esprimi con me di primo mattino...io non sono Serenella come mia figlia...

giovedì 10 aprile 2014

Dimenticanze

La memoria del Fatalista fa acqua da tutte le parti. E' patologico...ad esempio non ricorda quasi niente della sua prima infanzia. Passino i ricordi lontani, ma almeno la memoria a breve termine dovrebbe averla! E' ancora giovane, che diamine! Invece dimentica tutto di tutto e di tutti, anche da un momento all'altro.
Il problema è che viaggia sempre a mille e non si sofferma più di tanto sulle cose.
Così è costretto a rifare gli stessi percorsi duecento volte invece che due, perde tempo e si ritrova ancora più indaffarato...insomma è la tipica situazione del cane che si morde la coda.
Il detto "chi non ha buona testa ha buone gambe" gli calza a pennello!
Ieri ha portato via dal nido un cappellino non nostro.
Oggi ha portato a casa la bambolotta, ma si è dimenticato Matilde all'asilo.
Così prima del rientro a lavoro è dovuto tornare a prenderla. Almeno credo.
Meglio mandargli un sms e chiedergli conferma.
Finché mi riporta a casa la bambina non c'è da preoccuparsi, no?!

Non bisogna fidarsi


Ieri pomeriggio è venuta a trovarci Zia con le due cuginette. Per la bambolotta è stata festa grande, abbiamo buttato per terra tutte le sedute del salone creando un mega tappeto che poi abbiamo riempito di giochi. Ci siamo rotolate, abbiamo saltato, ci siamo fatte prendere dall'entusiasmo.
La ciliegina sulla torta è stato l'arrivo di nonnamanager accompagnata da nonnomarziano.
Giubilo infinito per le tre piccole pesti!
Nonnomarziano, si sa, non può resistere troppi minuti nello stesso luogo, quindi non ha fatto in tempo a togliersi il giubbotto che ha dichiarato: "Me ne devo andare. Ciao!"
"Papà...ma dove vai? Aspetta qualche minuto, così aiuti Zia a portar via le cuginette: non vedi che non riesce a metter loro i cappotti?!" gli ho detto io mentre la cuginetta grande sfrecciava lungo il corridoio con indosso il cappotto della piccola.
"Ma io non posso aspettare, ho da fare!" ha risposto il pensionato...
"Allora sbrigati, inizia a portar giù le bambine, mentre Zia raccoglie le sue cose e ti raggiunge"
"Va bene, ciao"
Mio padre si chiude la porta dietro di sé, mia sorella si infila il cappotto in santa pace, saluta la bambolotta, nonnamanager e me; finalmente riesce ad andar via.
Mentre mi organizzo per fare il bagnetto alla bambina, con la coda dell'occhio vedo una sagoma rossa transitare lungo il corridoio: la cuginetta piccola era stata dimenticata da nonnomarziano...o più semplicemente non aveva voglia di cercarla e non si è preoccupato di avvertire Zia di acciuffarla lei.
Ovviamente alla domanda di mia sorella su dove fosse sua figlia ha risposto candidamente "Che ne so?!", facendole venire un colpo apoplettico.
Nonnamanager si è prontamente infilata con la nipotina in ascensore ed ha riportato la serenità in famiglia.
La bambolotta imparerà presto che non bisogna fidarsi degli sconosciuti e di nonnomarziano.

L'Alfalalfa

Qualche anno fa, con i primi soldini guadagnati ed un contratto di lavoro finalmente decente, ho comprato la mia prima auto: uno scassone immatricolato quasi vent'anni prima che lo acquistassi io, con la vernice scrostata, senza aria condizionata ed il tettuccio che mi crollava sulla testa ad ogni dosso.
Ero stufa di viaggiare con i colleghi: non sapevo mai a che ora sarei rientrata a casa la sera...e se sarei rientrata. Una volta, per la testardaggine dell'autista di turno, che era intento in opere di lecchinaggio invece di preoccuparsi della tormenta di neve che imperversava, siamo rimasti bloccati in azienda fino quasi a mezzanotte, quando finalmente gli spazzaneve hanno aperto dei varchi tra i camion bloccati.
Ho preso quell'auto usata, l'ho trasformata a metano ed ho raggiunto l'indipendenza.
L'avevo battezzata l'Alfalalfa e l'amavo alla follia.
Aveva un rombo di motore da far paura: tanto era brutta fuori, tanto la sua meccanica era perfetta sotto quel cofano sgangherato.
La scovammo su internet in un paese non molto lontano da quello in cui abito. Ricordo ogni istante del pomeriggio in cui la comprai e la portai a casa accompagnata da nonnomarziano e dal Fatalista (quando non era ancora mio marito).
Nel corso degli anni le ho fatto un solo lifting estetico: ho cambiato il tettuccio. Per il resto è rimasta ugualmente scrostata fino al momento in cui le ho detto addio. Io bado all'essenziale: il mio bolide era sicuramente osceno a vedersi, ma aveva gomme, sospensioni e meccanica sempre perfette.
Ad un certo punto ha iniziato ad avere problemi elettrici, mi mollava a piedi spesso e volentieri: nessuno è riuscito a capire cosa avesse.
Era troppo vecchia e stanca, secondo me.
Così me ne sono fatta una ragione e un giorno, al rientro dal lavoro, l'ho lasciata allo sfasciacarrozze.
Sono passati due anni e sussulto ogni volta che vedo un modello simile ancora in circolazione.
Sospiro e sussurro "Ahhhhh! la mia l'Alfalalfa!"
Stamattina nella cassetta della posta ho trovato un avviso del centro revisioni: Signora, ma si è dimenticata della sua l'Alfalalfa?!
Cretini! La mia l'Alfalalfa ormai è una scatola di lamiera...no, non me ne sono dimenticata.
Nostalgia canaglia.

mercoledì 9 aprile 2014

Whatsapp

Il Fatalista ormai è in contatto diretto con l'asilo. Mi correggo: con la maestra della bambolotta.
I bambini, oltre alle altre attività, fanno un'ora settimanale di musica: l'insegnante che se ne occupa è davvero molto brava e fa lezioni separate per l'asilo, la sezione primavera ed il nido.
Il mercoledì è il giorno dedicato ai più piccoli. La settimana scorsa ha portato loro un vero tamburo, enorme e chiassoso; pare che la bambolotta si sia inizialmente spaventata un po' per il suono profondo che produce, ma si è subito abituata ed ha mostrato il suo apprezzamento ballando sorretta dalla maestra (gli insegnamenti di nonnamanager hanno finalmente un senso...).
Questa settimana era il turno delle maracas.
Lo so perché mio marito si è ritirato gonfio di orgoglio, ha sguainato il telefonino e mi ha mostrato il video di sua figlia seduta per terra, intenta a suonare.
"Te l'ha mandato la maestra?"
"Sì... e non è finita!...guarda quante foto bellissimissime!"
"..."
Poi ho notato che la bambina aveva un cappellino in testa: non suo ovviamente.
"Marito...scusa ma non ti avevo mandato un sms in cui ti avvertivo che le avevo messo lo smanicato senza cappello?!"
"Sì, ma non è che quando l'ho presa dall'asilo mi sono andato a rileggere l'sms..."
-_-'
"...comunque ora risolvo" e fa una foto al cappellino.
"Quindi?!"
"Avviso la maestra tramite whatsapp...fffiuuuuuuu...tutt'apost...dice di non preoccuparmi, glielo riporti tu domani mattina"
Credo di odiare whatsapp.

Risorse inaspettate

La celiachia mi porta a preparare con le mie mani quante più cose possibili per l'alimentazione: gli alimenti senza glutine confezionati per assomigliare vagamente a quelli veri (come li chiamo io) vengono riempiti di grassi ed altre sostanze poco sane.
Quindi, soprattutto ora che sono a dieta, sto continuamente a sfornare: dolci leggeri per la prima colazione ed il pane. Vanno consumati al momento, non si mantengono fragranti come quelli preparati con farina normale, soprattutto perché mi limito nell'uso dell'olio.
Ad ogni modo, un paio di giorni fa, sono riuscita a preparare un pane morbidissimo utilizzando della ricotta avanzata. Così ho potuto conservarlo in una delle mie scatole di latta (tipo quelle dei butter cookies).
A colazione la bambolotta ha adocchiato la scotola intimando al padre di consegnargliela con i suoi hey! imperiosi.
Il Fatalista, pur di continuare a vedere la tv in pace, gliel'ha lasciata sul seggiolone approfittando di una mia momentanea assenza per urgente seduta di gabinetto. Poi si è chiuso nell'altro bagno.
Quando sono tornata in cucina la scatola di latta era aperta, il fondo era per terra, il coperchio ancora in bilico fra il piano del seggiolone ed un braccino della furbetta.
Il pane?
Quel poco che ne restava era nelle mani della prestigiatrice di casa: lo stava sbriciolando con una sistematicità disarmante; aveva bricioline dappertutto, addosso e non. Una specie di neve circondava il seggiolone.
Avrei dovuto picchiare suo padre...ma ero troppo intenta a cercare di capire come abbia fatto ad aprire la scatola di latta.

Empatia

Mi sento proprio a terra oggi!
La bambolotta ha dormito poco e male ed io, tra i suoi pianti inconsolabili ed il mio mal di gola, quasi niente.
Star sveglia la notte mi fa fare pensieri poco piacevoli, tira fuori la parte oscura di me...quella pessimista.
Poi, in genere, la luce del giorno mi allieta di nuovo lo spirito: ma oggi no. Oggi il giorno non ha alcun potere terapeutico. Sarà che ogni tanto piove ed ogni tanto esce il sole (il che aumenta la mia confusione mentale), ma non riesco a scrollarmi di dosso le sensazioni notturne.
A volte mi capita con i brutti sogni: ci metto un po' a liberarmene.
Pensavo fosse così per tutti, ma al Fatalista non succede ad esempio. Vabbè, lui non fa testo perché ha la memoria corta!!!
Stanotte pensavo ad alcuni conoscenti che hanno un bimbo con dei problemi piuttosto seri: ne avevo già parlato in un vecchio post . Oggi quel cucciolo subirà una delicata operazione; è nelle ottime mani del mitico primario del nord ospedale, sono certa che andrà tutto bene... poi però penso alla sua mamma ed al suo papà, ne immagino la preoccupazione, l'ansia, l'attesa, la consapevolezza che è solo l'inizio di un lungo percorso e non la risoluzione definitiva dei problemi.
E ancora penso al post operatorio, alla gestione di un bimbo di soli tre mesi...e penso che al suo posto poteva esserci la bambolotta.
I tuoi problemi ti fanno immancabilmente pensare perché a me?!
I problemi degli altri ti fanno pensare perché proprio a loro?!
Vorremmo una vita facile, serena e senza scossoni: lo vogliamo tutti...a chi dobbiamo far domanda per ottenerla? Al caso, al destino, a Dio?
Ok, forse è chiedere troppo.
Allora, almeno, facciamo che da domani nessun bambino debba soffrire e nessun genitore debba veder soffrire il proprio bambino, VA BENE?!
Nel frattempo che le regole del mondo vengono riscritte... mi prendo qualche integratore così almeno mi tiro su.

martedì 8 aprile 2014

Distrutta

Ho un mal di gola pazzesco...no, peggio: è proprio in fiamme. Mi fa male respirare. Ed ho pure il naso tappato. Dopo tre giorni di tachipirina mi sono arresa all'antibiotico: l'ho preso alle tre del pomeriggio ed ho aspettato il miracolo. Niente.
Però in compenso sono andata lo stesso in palestra, perché mi conosco, basta poco per mollare.
E mollare la palestra significa riprendere a mangiare come una scrofa.
Non so se sono stata incosciente o lungimirante. Domani potrei svegliarmi col febbrone o guarita.
Più realisticamente passerò la notte insonne con il doppio cuscino e domani starò esattamente come ora.
Distrutta.

Il giorno e la notte

Il Fatalista ed io siamo come il giorno e la notte...anche se non so dire bene chi sia l'uno e chi sia l'altra. E siamo due testardi permalosi (questo almeno ci accomuna).
Vivere la vita coniugale con tali premesse è come la guerra fredda: sappiamo che le forze si equiparano, studiamo le mosse dell'avversario e cerchiamo di segnare più punti possibili senza arrivare allo scontro diretto. Altrimenti ci sarebbe la guerra mondiale anche per la scelta degli asciugamani.
Lo scontro è quotidiano, fermo e deciso su entrambi i fronti.
La mia tattica è il gioco d'anticipo: gli pongo questioni che sembrano non riguardarlo ancora, in modo da capire come la pensa e iniziare ad insinuargli il dubbio. Con costanza e pazienza cerco di scavare la roccia come farebbe una gocciolina d'acqua.
Così è stato per l'asilo nido: ho sempre pensato che fosse la soluzione migliore per un nostro eventuale bambino, rispetto all'affidamento ai nonni. Non eravamo ancora sposati che già si discuteva di asilonidosì/asilonidono.
Poi, alla fine, la scelta è stata pressoché obbligata: i suoi se ne sono tirati fuori appena saputo che ero incinta (i figli sono vostri e ve li dovete crescere voi: l'ho trovato corretto, non mi sono meravigliata poiché hanno una certa età), mio padre è sempre più su Marte che sulla Terra e mia madre sta spesso male con dolori alle ossa o alle articolazioni. L'altra opzione poteva essere una babysitter, ma ci costerebbe una fortuna e comunque la bambina starebbe sempre con un adulto e mai con altri bimbi.
Risultato? Io ero felicissima di mandarla al nido, la bambina era felicissima di andarci, mio marito stava malissimo al solo pensiero.
La nostra organizzazione prevede che io la porti al mattino e che lui la riprenda verso le 13.30; poi lei fa il suo riposino finchè non rientrerò io dal lavoro alle 15.00, giusto in tempo per la poppata.
Così da ieri il Fatalista va da solo a prenderla al nido, per abituarla alla nuova gestione.
Ha visto com'è felice e serena la bambolotta e si è ritirato entusiasta:
"Ma lo sai che se l'avessimo lasciata con un parente non credo che nostra figlia sarebbe stata tranquilla, sola per tante ore?"
Ma va?! " Sì, hai ragione!"
Uno a zero, palla al centro.
Ma siccome mio marito è un tipo particolare (tanto sembra ottuso prima, tanto è dotato di grandi slanci dopo) la sua ammirazione non si è fermata ai benefici del nido ma si è estesa alla bravura della maestra.
Pertanto hanno deciso di scambiarsi (lui e la maestra) continui messaggi su whatsapp durante le ore di asilo con foto e video della piccina.
"Così non mi perdo niente" ha detto lui.
Io spero di non perdermi il marito.

Allucinazioni

Ci sono dei vecchi ronzini che conoscono un percorso e per quanto fai per farli deviare non c'è modo di riuscirvi. Così è il mio cervello. Non sempre, ma spesso.
L'abitudine è una brutta bestia.
Ecco che mi ritrovo in casa da sola, ma inconsapevole: faccio i piatti col silenziatore, passo la scopa invece che l'aspirapolvere, chiudo tutte le porte man mano che mi sposto...convinta che la bambolotta sia di là, nella stanza a dormire.
Poi mi ricordo che è al nido e ricomincio con più serenità le mie faccende.
Ma ben presto mi ritrovo a sorvegliare ansiosa il baby monitor (acceso, ma perché mai non l'ho spento?!) se mi è sfuggito un rumore di troppo.
E qualche volta mi sembra anche di sentirla piangere. Ho le allucinazioni uditive...
Io ti adoro, figlia mia, ma quanta ansia mi hai messo addosso in soli nove mesi?!
Di questo passo non ci arrivo mica ai tuoi diciott'anni!

lunedì 7 aprile 2014

Rimorso

Il Fatalista mi aiuta molto con i servizi di casa.
Solo che lo fa quando dice lui e come dice lui.
Ad esempio si è autoassegnato la pulizia del bagno grande, della stanza da letto e del salone: diciamo che nella sua testa ha diviso esattamente la casa a metà, per non far torto a nessuno.
Solo che è bene che ogni tanto io ripassi laddove lui ha pulito, perché ha le sue convinzioni e le sue idiosincrasie.
Ad esempio il box doccia non rientra fra quegli oggetti che debbano essere lavati e se gli fai notare che basta trascurarlo per pochi giorni che spunta la muffa lui ti risponde candido "La muffa è nostra amica, è solo grazie a lei che è stata scoperta la penicillina".
Poi ci sono quelle cose che sono invisibili ad occhio umano come la sporcizia del porta sapone e del porta spazzolino.
Gli specchi stanno benissimo schizzati perché tanto ti ci vedi lo stesso.
La pulizia dei vetri, delle tapparelle e dei balconi è inutile perché prima o poi pioverà!
Non parliamo delle zanzariere, non fosse per me a quest'ora vivremmo nel buio perenne...
L'anticalcare è un detergente inutile che fa coppia con lo spray per i vetri e gli specchi.
L'aspirapolvere viene passata solo nelle zone comode, tanto dietro i mobili chi ci guarda?
Però non ho mai visto nessuno mettere tanto impegno nel lavare i pavimenti, fa delle sudate che mi viene il dubbio che stia consumando la ceramica...
Allora mi domando: uno che fa tanta fatica a pulire, appena ripone gli stracci e la mazza, come fa a risporcare tutto nel giro di un'ora senza il minimo rimorso verso se stesso?!

Cominciare

Ho portato la bambolotta al nido alle 8.00.
E' passata già un'ora e mezza nella quale ho sbrigato alcune questioni burocratiche, come la compilazione di un modulo dell'asilo composto da una ventina di pagine di domande assurde (Come le cambiate il pannetto?), insistenti (orari dei pasti, orari della nanna e delle pennichelle, orari del rilascio sfinterico, ecc..), insinuanti (ha qualcuno con cui giocare oltre i genitori?, gioca solo a casa o anche fuori?, la portate fuori? se sì, dove?) e snervanti (quando piange come ci dobbiamo comportare? Dipende dal motivo per cui piange, se non lo sapete voi...!).
Sono le 9.30. La bambolotta starà fuori altre quattro ore. Ho la casa che sembra un campo profughi ormai abbandonato. Panni stesi da stirare, panni sporchi da lavare. Devo cucinare qualcosa per il pranzo e pensare a qualcosa per la cena...ché forse è il caso che vada a fare anche un po' di spesa. Visto che mi trovo dovrei passare anche in farmacia: ho un mal di gola devastante!
Ma non so da dove cominciare.
E sto qui a scribacchiare mentre mi si chiudono gli occhi, perché alzare la sponda del lettino non è stata una grande idea. La manovra recuperaciuccio è stata applicata dodici volte in sette ore. Solo che stanotte ero costretta ad alzarmi per cercare l'oggettino malefico, perché non ho mica le braccia di Carletto, il principe dei mostri!
Basta chiacchiere, devo cominciare da qualche parte...magari vado a rifare il letto?!

domenica 6 aprile 2014

Qualcosa è cambiato

Il mitico primario del nord ospedale ci aveva detto di aspettare due mesi, nel caso la situazione della bambolotta si evolvesse in modo naturale.
Questo per evitare di fare una biopsia intestinale a tutto spessore che poi si sarebbe potuta rivelare inutile (non tanto per l'esame in sé quanto per l'anestesia totale a cui avrebbe dovuto sottoporsi).
Perché i bambini sono in continua evoluzione e mia figlia poteva rientrare in un caso in cui i nervi intestinali non sono maturi, ma in fase di formazione e non completamente assenti come nel  caso del Megacolon Agangliare.
Da quella telefonata sono trascorse due settimane in cui la bambolotta sembrava peggiorare a vista d'occhio (anche a causa delle indicazioni del pediatra uomo di ghiaccio, che mi aveva prescritto un forte lassativo): siamo arrivati a farle due o tre lavaggi intestinali al giorno senza che la bambina riuscisse mai a trarne un reale beneficio come accadeva in passato.
Non voglio descrivere nel dettaglio il calvario che abbiamo affrontato, un giorno mia figlia leggerà questo blog e non ricorderà nulla, questi problemi saranno lontani: voglio solo che sappia che ha affrontato con coraggio e forza ogni istante della sua esistenza, che ha la stoffa di una vincente e che ci rende orgogliosi già ora che è così piccina.
Dopo quelle due settimane d'inferno abbiamo provato a ricontattare il mitico primario del nord ospedale: non ha mai più risposto.
Noi non potevamo restare a guardare nostra figlia peggiorare: ci siamo attivati, tramite il mio amico Giò abbiamo trovato altri riferimenti, abbiamo preso contatti per un altro ricovero in un centro maggiormente specializzato.
Volevamo rifare la biopsia per suzione (senza anestesia totale, quella che non aveva dato esiti certi la prima volta), ma dovevamo consegnare l'esito del clisma opaco.
Abbiamo fatto richiesta al nord ospedale e due giorni fa, finalmente, è arrivato il cd. Per la cartella clinica c'è da aspettare un mese, ma non è indispensabile per il chirurgo che abbiamo contattato.
Dopo aver visionato il clisma opaco, ci diranno se dobbiamo rifare anche quello e ci daranno l'appuntamento per il ricovero.
Ma ecco che quando finalmente ti apri un nuovo varco, scopri di essere di fronte ad un bivio.
Non vorrei dirlo, ho quasi un terrore scaramantico...ma la bambina sta migliorando.
In realtà la parola miglioramento non è abbastanza esplicativa. Direi proprio che sembra un'altra bambina. Abbiamo fatto l'ultimo lavaggio intestinale mercoledì scorso alle 15.00: senza non evacuava, quindi era una pratica quotidiana ed indispensabile.
Sono quattro giorni che fa la cacca un paio di volte al giorno da sola.
Fa ancora tanta fatica, certo. Ma qualcosa è cambiato.

Rotola

La bambolotta ha imparato a rotolare da un po', ma si è specializzata in questa disciplina da quando va al nido.
Lo fa sul tappetino, nel box, sul lettone...e  purtroppo anche nel suo lettino.
E' spericolata ed incosciente dello spazio a sua disposizione: ad esempio sul lettone rotola con una tale velocità che a volte mi sembra di afferrarla al volo appena un attimo prima di vederla sbattere a terra.
Mi farà venire un infarto: lo fa anche mentre la allatto di notte intontita dal sonno (io, lei è sveglissima!).
Finora dormivamo in un assetto ben preciso: una sponda del lettino abbassata di modo che la notte faccio meno fatica possibile a recuperare il ciuccio e Matilde per farla riaddormentare (quelle venti/trenta volte che si sveglia...quando dorme).
In questo modo il paracolpi è montato per due terzi.
Stamattina la bambolotta non ha preso bene le misure ed ha dato una craniata sulla sponda abbassata.
Non si è fatta niente, ma si è presa un bello spavento. Anche io veramente: non l'avevo mai sentita e vista piangere in quel modo, con i lacrimoni che le rigavano il volto.
L'ho calmata e l'ho rimessa a letto. Lei felice è rotolata fino alla sponda abbassata e con un colpo di reni ci si è aggrappata felice e sorridente, tentando di buttarsi di sotto.
La bambolotta non è più al sicuro con la sponda abbassata.
Al momento ho raggiunto la consapevolezza che quel poco sonno che riuscivo a fare la notte grazie alle manovre recuperaciuccio non potrò farlo più.
Potrei spedirla nella sua stanzetta ed adottare il metodo Estivill: la lascio urlare fino a che non si addormenta sfinita.
No, vabbè. Facciamo che mi evolvo in una donna che non ha bisogno di dormire.

venerdì 4 aprile 2014

Un tuffo al cuore

Stamattina il Fatalista è uscito molto presto per fare il giro dei pazienti.
Verso le otto ho accompagnato la bambolotta al nido e stavo rientrando in macchina verso casa quando ho visto mio marito che procedeva lungo la mia stessa strada in senso contrario.
Ci siamo lampeggiati...è stato un attimo, ma ho avuto un tuffo al cuore come quando eravamo fidanzati e mi capitava di incontrarlo dove non mi sarei aspettata.
Un tempo mi sarei sentita solo una sciocca emotiva, invece oggi mi sono compiaciuta di questo amore che spunta tra una corsa in macchina ed una lavatrice da stendere.

Figlia unica?!

"Ma quanti figli hai?"
"Una sola"
"Quanti anni ha?"
"Ha solo otto mesi...quasi nove"
"Ah! Pensavo che fosse figlia unica..."
"Ma è figlia unica!"
"Per ora, giusto?...nel senso che è piccola ma poi farai un altro figlio?"
"No, non ne farò un altro. Resterà figlia unica."
"Figlia unica?! Ma noooooo! Non va bene, i bambini hanno bisogno di fratellini o sorelline..."
"Sì ma io ho un'età e comunque non è il caso che metta in cantiere un altro bambino"
"Guarda che crescerà male, i figli unici sono...come dire..."
Ma che vuoi dire, brutta scema? Che mia figlia sarà una specie di squilibrata perché non avrà fratelli o sorelle; che io sono una madre degenere perché non faccio un altro figlio, perché il luogo comune prevede che se ne facciano almeno due ma non più di tre?
Mia figlia non è in salute, avrebbe bisogno di molte più cure di quante io riesca a darle e tra un po' sarà ancora peggio: passerà gran parte della giornata in asilo nido, mentre io farò i salti mortali per dividermi fra lei, mio marito, la casa ed il lavoro. Sono già piena di sensi di colpa, secondo te dovrei toglierle anche il seno per bombardarmi di ormoni rientrando nel loop della procreazione assistita? Rischiando di avere un altro bambino con gli stessi problemi della bambolotta o peggio? Sempre che questo nuovo bambino arrivi!
"Credo che per fare un altro figlio ci debbano essere le condizioni giuste: nel mio caso non ci sono"
E certe persone dovrebbero pensarci mille volte prima di fare domande personali, soprattutto se insistenti.

giovedì 3 aprile 2014

James Dean

Lui è un po' così: bello di una bellezza imperfetta, intrigante.
Ha sempre l'aria di chi vuol sorridere ma proprio mentre sta per farlo... ci ripensa.
Il più delle volte fa un mezzo sorriso, con gli angoli della bocca che tendono verso il basso.
E' sornione, ironico, dannato.
Poi improvvisamente ti sorprende con una risata fragorosa, da ragazzino...perché ha un forte senso dell'umorismo e qualche volta il suo autocontrollo lascia dei varchi aperti.
E' più James Dean, ma anche un po' Peter Pan.
E' un maniaco dell'ordine perché è un buon modo per porre un freno al disordine che si porta dentro.
Ha un'andatura dinoccolata e nello stesso modo procede la sua vita.
Ha quasi dieci anni meno di me, eppure è il mio faro nei momenti bui.
La sua genuinità sta nell' inconsapevolezza: è ignaro del suo fascino, della sua meravigliosa socialità, delle sue capacità e potenzialità.
Se un giorno la bambolotta non potesse più avere la sua mamma ed il suo papà, vorrei che fosse lui a crescerla: le insegnerebbe quello che le insegnerei io...più tante cose di cui io non sono capace.
Tanti anni fa chiedevo insistentemente un fratellino. Non sapevo che sarebbe stato un regalo così prezioso... e non lo sa neanche lui...ancora.

mercoledì 2 aprile 2014

A fuoco!

Mi sono alzata alle 6.30, ho messo a cuocere il brodino per la bambolotta e gli asparagi per il pranzo.
Ho fatto una colazione veloce mentre il Fatalista armeggiava in bagno.
Mio marito ha l'abitudine di sfregiarsi nel farsi la barba e puntualmente prende un paio di fogli di scottex per tamponarsi.
Lo scottex è vicino ai fornelli. Accesi. Mio marito va di fretta, è più maldestro del solito.
Lo scottex ha preso fuoco, è stato buttato sul tappetino, pestato con le scarpe nuove dal marito bestemmiante.
In un colpo solo stava distruggendo se stesso e la cucina.
Abbiamo iniziato bene la giornata.

martedì 1 aprile 2014

Iscritta

Dopo la prova di giovedì, oggi mi sono ufficialmente iscritta in palestra.
Questa Zumba è pesante, ma sotto pressione rendo meglio... poi c'è mia sorella che non salterebbe mai una lezione, neanche per un gelato in una calda serata primaverile (ci ho provato poco prima dell'iscrizione).
Comunque sono entrata rassegnata ed ho pagato quello che dovevo.
Ad un certo punto fra le ragazze si è iniziata a diffondere una qualche notizia poco piacevole perché erano tutte un oddio! mi ero dimenticata! no, non ce la faccio! facciamo in tempo a scappare senza essere viste?
Va da sé che mi sono preoccupata ed ho interpellato la secchiona di mia sorella che con faccia colpevole mi fa:
"Ho dimenticato di avvisarti...la prima lezione del mese facciamo GAG"
"GAG? Non Zumba?"
"Nonò: GAG"
"..."
Non volevo domandare oltre, già sapevo che la risposta non mi sarebbe piaciuta.
Però la curiosità mi ucciderà, un giorno.
"E che sarebbe 'sto GAG?"
"Gambe-Addominali-Glutei: è pesante, domani farai fatica ad alzarti dal letto. Ma non ti preoccupare, una volta che ti metti in movimento poi andrà meglio"
In effetti la minimaestra  è una sadica.
Alla fine della lezione volevo i soldi indietro: "Era uno scherzo, un pesce d'Aprile...non avevo intenzione di iscrivermi..."

Telefonate

Si sta spargendo la notizia... son partite le prime telefonate...è tutto il giorno che rispondo le stesse cose:
"Ma è vero che rientri?!"  Sì! Di che ti meravigli? Prima o poi dovevo rientrare, non sono mica morta; sono solo diventata mamma...però in effetti non mi sento tanto viva
"Scusa l'indiscrezione...ma come mai non resti a casa fino all'anno della bambina? Perché è strano, sai...le altre invece..."  Eh già...guarda un po'! Non sarà mica perché non dipende da me? Sfortuna? Mancanza di agganci alle alte sfere? Fai tu, tanto a me non cambia granché... e neanche mi interessa. D'altra parte l'unica collega non 'agganciata' che ha provato a puntare i piedi è stata licenziata.
"Ma la bambina a chi la molli? E i nonni? Io non la lascerei mai al nido!"  Non inorridire, ho detto nido non lager. Sta con gli altri bambini, è felice. I nonni continuano a fare i nonni, avranno il diritto di invecchiare in pace o no?! Ma poi i fatti tuoi?...
"Ti hanno già detto dove ti sistemano?"  Fisicamente no, non so quale sarà la mia scrivania; però so bene con quale massa di nullafacenti avrò a che fare...sì, sono proprio felice
"Che orario farai?"  Ho diritto all'allattamento fino all'anno di età della bambina "Ma glielo hai detto...cioè lo sanno che vuoi fare solo sei ore e non verrai il sabato?!"  Sì...mi sembra che il boss abbia recepito, però non si sa mai...capisco la tua perplessità. Grazie per avermi messo un'altra ansia addosso comunque.
E così di seguito.
Però ho ricevuto anche domande fuori dal comune:
"Senti ti volevo chiedere... se mi metto in maternità anticipata...sai l'allergia non mi dà tregua...ma lo stipendio è sempre lo stesso o me lo riducono?"

Orrori verbali

Il dialetto, si sa, è una risorsa da preservare. Ma la sua diffusione si porta dietro delle italianizzazioni che sono dei veri e propri orrori verbali.
Comunque ad ognuno il suo... e se il dialetto di mio marito mi lascia spesso raccapricciata, di sicuro alcune forme parlate del mio lo lasceranno quanto meno perplesso!
E così, nel paese in cui abito è abitudine comune dire frasi del tipo:
Andare alla nonna
Salire la spesa
Hai pazienza! (invece che abbi)
Esci la macchina
Sei venuta mangiata? (hai già mangiato?)
Annasca (odora)
ecc. ecc. ecc.
Tutto sommato niente di eclatante...però poi penso che un giorno mia figlia mi dirà:
"Mamma, stasera ho trombato (impastato), passate per cena?"
e inorridisco.