Tickers mammole.it
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lunedì 1 settembre 2014

Piccole donne crescono

Mia sorella è una donna determinata, nata con la consapevolezza di sé, del suo splendore, del suo ascendente sul prossimo.
Una donna che preferisce i fatti alle parole, testarda come un mulo, orgogliosa e permalosa.
Nessuno può dirle cosa fare e come farlo. Da sempre.
Ma l'apprensione di nonnamanager ha colpito tutti i figli, ciascuno in modo diverso: nessuno di noi tre è riuscito a sfuggirvi, neanche mia sorella.
Per lo meno io sono convinta che la causa di tutto sia da riportare all'anatema "tu muori!", pronunciato indifferentemente a tavola, se si parlava con la bocca piena o ci si dondolava sulla sedia, o fuori casa, se si attraversava la strada correndo...
Ogni disattenzione, di qualsiasi tipo, portava senza via di scampo alla stessa tragica fine: la morteee!!!
Un anno, due anni, tre anni; a diciotto anni un messaggio così poco subliminale ha lasciato di certo i suoi segni indelebili!
Lo scrivo con il sorriso, perché ormai è una barzelletta con la quale sovente sfottiamo nonnamanager, che non gradisce, ma incassa con onore.
(Chi non ha peccato, scagli la prima pietra!...La bambolotta mi lancerà contro un asteroide!)
La sorella in questione, arrivata a diciotto anni, ha preso la patente; dopo poco è riuscita a comprarsi la sua prima macchinetta usata, ottima per la città, ma assolutamente inadatta per viaggi medio-lunghi; dopo qualche altro anno si è comprata una fantastica auto nuova ed insieme a quella ha realizzato di non essere in grado di guidare fuori città. Neanche poco fuori città: persino la circonvallazione era off limits.
Panico.
Sudorazione, tachicardia, incapacità totale di controllare le proprie reazioni.
Niente e nessuno ha potuto essere d'aiuto in oltre quindici anni di patente.
Ma la maternità è magica.
Cinque giorni fa mi ha detto:
"Ho ancora qualche giorno di ferie, vorrei portare le bimbe al mare, ma nessuno può accompagnarmi"
"Perché non provi ad andarci da sola? E' ad un'ora di distanza, io sono certa che ce la faresti. Si tratta solo di provare: tuo marito lavora sempre, è importante che tu riesca ad essere indipendente per le tue piccine!"
"Sì, ci stavo pensando...domani parto!"
Il giorno seguente, dopo uno scambio di messaggi di terrore da parte sua e di incitamento da parte mia, ecco la sua telefonata:
"Sono arrivataaaaaaaaaaaa! Oddiononcipossocredere! Neancheunoracihomesso! Tremotutta, cheansia! Celhofattaaaaaa!!!"
Io non avevo dubbi, ma mi sono gonfiata di orgoglio lo stesso: non è facile superare le proprie paure, figuriamoci il panico!
E' una tosta mia sorella, non c'è che dire.
Oggi abbiamo fatto un consulto meteo telefonico (di conferma, perché pare che un primo consulto sia stato fatto con nonnomarziano), e si è stabilito che il rientro conviene farlo nella mattinata di domani.
Speriamo che il tempo non ci freghi tutti e non venga giù il diluvio universale, che c'ho l'ansia pure io!

6 commenti:

  1. Evviva le donne! Il loro coraggio e la loro capacità di superare le montagne che hanno dentro.

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    1. Con la giusta motivazione si riesce a superare qualsiasi ostacolo!

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  2. Sai che con il primo figlio ci ho messo più di un mese a decidere di guidare l'auto con lui sul seggiolino e senza nessuno che venisse con me?!? Ero terrorizzata dalla strada, dalle auto, da tutto....per fortuna mi e' passata che oggi non avrei saputo proprio come fare visto che son più in strada che altro!

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    1. E' proprio una grande conquista: è l'indipendenza, la libertà, la fiducia in se stessi!
      Anche io ho vissuto un'esperienza simile alla tua: alla dimissione dal reparto maternità, appena varcata la soglia, mi sono paralizzata; il mondo mi è sembrato improvvisamente troppo pericoloso per quel nuovo esserino che avevo nella navicella...ed io inadatta a proteggerla.
      Ho avuto una crisi di pianto, poi ho focalizzato l'attenzione sul Fatalista e la fiducia che ripongo in lui ed è passata.
      Pian piano ho acquisito maggiore fiducia nelle mie capacità di "mamma", ma il mondo là fuori è rimasto inquietante.

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  3. Che bello, alla fine del post ho fatto un sorrisone e in treno le persone accanto mi hanno guardata incuriosite.
    "ma cosa avrà tanto da ridere!!??" Si saranno chiesti i tristi pendolari...come me!!!
    Ahaha e' bello leggere in treno e scontrarsi su questi bei post!
    Lo sai...io sono la sorella maggiore (ho un fratello e una sorella) e sono io tra loro quella che non si azzarda a fare viaggi lunghi da sola in macchina.
    Mia sorella, mia figlia per me dato che è più piccola di 14 anni, va ovunque da sola senza problemi.
    Probabilmente mi manca qualcuno che mi inciti. A volte lo fa mio marito ma, non avendo effettivamente molte occasioni (dato che viaggiamo in treno x lavoro), perdo tante occasioni e mi impigrisco sempre più.
    Di una cosa però sono certa: se dovessi avere la necessità non esiterei un secondo!

    Ciao alla prossima
    P. S. Ci siamo unite al tuo sito, non so perché ancora non lo avevamo fatto;-)
    Bacio
    Vivy

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    1. Ciao, Vivy! Sono sicura che prima o poi arriverà la giusta occasione anche per te. Se si è convinta mia sorella, che è una testarda irriducibile...
      Hai ragione, è la necessità a spingerci a superare noi stessi, altrimenti manca uno stimolo abbastanza forte per spostare un passo più in là i paletti delle nostre sicurezze!
      Grazie per esservi unite al mio sito: seguo da tempo il vostro che, oltre ad essere poliedrico per contenuti, mi ha permesso di conoscere tante altre mamme blogger!
      Un bacio, a presto

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