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martedì 22 aprile 2014

Casa dei pioppi

Sono attaccata alle cose ed ai luoghi. Sono come un gatto...o almeno è così che si dice dei gatti.
Con le persone faccio molta più fatica: mi rendo conto che questo lato del mio carattere sia brutto senza possibilità di appello, però è il mio istinto a decidere per me, quindi mi cullo nella mia impossibilità di migliorare.
I miei genitori oggi sono partiti per vendere la casa che era di mia nonna, al paese in cui sono nata.
Sono anni che non ci vado perché da quando è disabitata è uno sfacelo. Le case invecchiano come le persone: hanno bisogno di essere vissute, di sentire le voci di chi le abita, di essere amate...per quanto ti dia da fare per star dietro alla manutenzione, la solitudine le fa crollare prima che tu possa davvero aver apportato qualche miglioria.
La storia della famiglia di mio padre è scritta su quelle mura. Lui sta soffrendo, tutti stiamo soffrendo per questa scelta obbligata.
A quella casa sono legati i ricordi di decine di persone, perché nei giorni di festa era il luogo di ritrovo per tutti: zii, cugini, procugini, amici d'infanzia...
Non voglio vederla prima di perderla per sempre; la ritroverò nella mia nostalgia, in un profumo, in un suono...il suono delle foglie dei pioppi al vento.

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