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martedì 15 aprile 2014

Sepolti in casa

Quando ci siamo sposati siamo venuti ad abitare in una casa di proprietà dei miei suoceri: quella dove è cresciuto il Fatalista.
Non avevamo la possibilità di comprarne una tutta nostra o di chiedere un mutuo: i soldini che avevamo da parte li abbiamo impiegati nell'appartamento che ci hanno "prestato" per rifare gli impianti ed i bagni, cambiare le porte e parte del pavimento, mettere tapparelle nuove e zanzariere.
Sapevo che stavo investendo in una casa che non sarebbe mai stata mia, ma se avessimo dovuto pagare l'affitto avrei speso gli stessi soldi nel corso di qualche anno.
E' un bell'appartamento né grande, né piccolo; è in un condominio di medie proporzioni e lo stabile è stato ristrutturato da poco.
Finchè non è arrivata la bambolotta ci stavo bene. Ma poi ho scoperto che ha dei difetti odiosissimi.
Intanto siamo impazziti per trovare un passeggino che entrasse nell'ascensore (praticamente un loculo), salvo poi scoprire che i cinque gradini per raggiungere l'ascensore sono comunque un calvario. Quando finalmente riesci ad entrare in ascensore e raggiungi il piano, per uscire hai a disposizione mezzo metro quadro di pianerottolo per fare manovra e non so come la bambina non sia ancora mai finita giù per le scale...
Le pareti sono fatte di carta di riso, i soffitti in bambù: non abbiamo bisogno di vedere il Grande Fratello, a seconda della stanza in cui ci troviamo possiamo sentire i discorsi di questo o quel vicino. Prima poteva anche essere divertente, ma con una bambina dal sonno complicato niente ti fa andare in bestia più che veder fallire tutti i tuoi tentativi di farla riposare. Il Fatalista ogni tanto perde la pazienza, soprattutto quando è molto tardi la sera, e picchia il soffitto con una scopa: così almeno gli inquilini di sopra capiscono che per noi è ora di nanna e smettono di spostare i mobili.
Ma quello che proprio non sopporto è il garage.
Nel garage non abbiamo un posto auto...abbiamo posto per tutto il quartiere! Ci vanno comode due macchine (e pure un paio di biciclette e una moto), ci sono scaffali lungo tre pareti su quattro e c'è un soppalco con altrettanto spazio e scaffali. Eppure lo odio, non ci vado se non in casi eccezionali. Andare in garage è come varcare la soglia di un'altra dimensione: è puro caos. Un caos dato dall'accumulo compulsivo di tutte le cose più inutili del mondo. Ti senti aggredita dai cumuli di immondizia (perché altro non è se non immondizia) che regna sovrana. Parcheggi la macchina e quando esci devi fare attenzione a non restare impigliata in qualche gancio che pende dalle pareti: perché nonnodivano la roba utilizzabile (ad esempio le biciclette) la appende per far spazio alle cianfrusaglie. Ho visto stipati vecchi contatori e persino una vasca da bagno insieme alla salsa, al vino ed ai salumi sottovuoto.
In un tale caos mio suocero si accorge se sposti uno spillo. E se porti qualcosa da conservare ti fa il terzo grado, perché forse sarebbe meglio se la buttassi ché lui ha bisogno di spazio. Ne ha bisogno poiché gli altri due depositi in suo possesso sono ugualmente stracolmi di roba che potrebbe tornare utile, nonsisamai.
Stamattina ho riposto l'ovetto della bambina e la sua base. Ho cercato i cartoni in garage e li ho ritrovati accartocciati infilati sul soffitto tra le tubazioni: nonnodivano voleva buttarli, io mi sono opposta e lui ha trovato lo stesso il modo di toglierli di mezzo. Ora ho due cartoni enormi che troneggiano nella stanzetta della piccina: come devo fare per spiegare a mio suocero che mi deve lasciare un angolino del garage per riporre le cose della bambolotta che non posso ancora rivendere, buttare o regalare? Tra un po' anche la casa assumerà l'aspetto del garage e verranno quelli di Realtime a girare "Sepolti in casa".
Nonnodivano, ti prego, fallo per la bambolotta...concedici un po' del tuo spazio!

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